IL COMMENTO DI MATTEO GRANDI
10:43 am, 24 Marzo 16 calendario

Dopo Bruxelles io (non) ho paura

Di: Redazione Metronews
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Il terrorismo ha centrato il suo obiettivo: ci ha gettati nel terrore. Dopo Bruxelles anche la retorica del “dobbiamo andare avanti come se niente fosse”, “non lasciamoci prendere dal panico altrimenti i terroristi l’avranno vinta”,  è un mantra vuoto nel quale è difficile credere. Così come sta diventando difficile credere in chi ci dovrebbe difendere.
L’uomo con il cappello era il basista delle stragi di Parigi. L’attentato è avvenuto nel più sensibile dei bersagli (l’aeroporto) di una città che da mesi veniva descritta come blindata e in stato d’allerta. Il ceppo degli attentatori, a questo punto sembra evidente, è lo stesso degli attentati di ottobre. Probabilmente lo stesso che ha coperto Salah nel corso degli ultimi 4 mesi. Insomma, non cani sciolti, non casi isolati, non fantasmi, non schegge impazzite arrivate dal nulla, ma un nucleo che aveva già agito, identificabile, rintracciabile, forse annientabile. Disastro colposo dei servizi belgi? Falle nel sistema di sicurezza europeo? Incapacità di penetrare la rete jihadista annidata a Molenbeek e ramificata in mezzo continente?
L’Europa deve ora rispondere a queste domande – e alla fame di sicurezza dei suoi cittadini – con azioni concrete e interventi mirati. Perché francamente della retorica dei monumenti illuminati (messinscene posticce di solidarietà fra Stati) non sappiamo cosa farcene: scenografie inutili che mirano a darci l’illusione di vivere in un film, mentre quello che stiamo vivendo è cruda realtà. Quindi spegniamo le luci e accendiamo l’intelligence una volta per tutte. Anche perché, se il livello di sicurezza che ci viene garantito è questo, i monumenti possiamo illuminarli direttamente di bianco. Ovvero con il colore dell’unica bandiera che ci rimarrà da sventolare.
Nota a piè pagina: la paura è una reazione sacrosanta, è un meccanismo di autodifesa, è istinto di conservazione; non lasciamo che si trasformi nell’alibi per giustificare il razzismo. Né ora, né mai.
MATTEO GRANDI

24 Marzo 2016
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