Giornata mondiale dell'acqua
6:30 pm, 21 Marzo 16 calendario

Del rubinetto ci si fida poco

Di: Redazione Metronews
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ROMA. L’acqua di rubinetto? Ci si fida sempre meno a berla e la si spreca anche molto. Nel 2015 tre famiglie italiane su 10 (30%) hanno manifestato questa preoccupazione, contro il 28% del 2014 e in controtendenza rispetto al trend registrato negli ultimi anni. Sono i numeri dell’Istat in occasione della Giornata mondiale dell’acqua che si celebra oggi. La quota più bassa di famiglie che non si fidano a bere dal rubinetto si registra al Nord-est, la più alta nelle Isole (52,3%).  
Erogazione irregolare
Nel 2015 l’erogazione dell’acqua nelle abitazioni viene indicata come irregolare dal 9,2% delle famiglie, percentuale in aumento rispetto al 2014 (8,7%). Anche in questo caso il problema è avvertito soprattutto  nelle Isole e al Sud. Il volume di acqua erogata agli utenti delle reti di distribuzione dell’acqua potabile – spiega il report – è di 5,2 miliardi di metri cubi nel 2012, 241 litri per abitante al giorno, 12 in meno rispetto al 2008.  
Spreco in casa  
Se il volume di acqua erogata è in costante diminuzione, gli italiani restano spreconi. Il magazine in a Bottle (www.inabottle.it) ha condotto un sondaggio online intervistando 1300 italiani: si lavano i denti a getto aperto (27%), ignorano i rubinetti gocciolanti (43%), usano la lavastoviglie a prescindere dal carico (24%). Ben uno su 3 (33%) non presta attenzione agli sprechi d’acqua in casa e, sia che si tratti di igiene personale sia che si tratti di lavare gli alimenti, a trionfare è  il «non ci faccio caso».  
 
Impronta idrica italiana
Se in media un individuo  beve 2 litri d’acqua al giorno, ne consuma fino a 5 se si calcola quella utilizzata per cucinare o lavarsi. Eppure, senza accorgercene utilizziamo fino a 5 mila litri di acqua “virtuale” al giorno per l’alimentazione (la cosiddetta impronta idrica). L’Italia è maglia nera in Europa per impronta idrica pro capite, pari a 2.232 metri cubi di acqua dolce l’anno, preceduta solamente dagli Usa. Un dato che «deve far riflettere», spiega Riccardo Valentini membro dell’Advisory Board di BCFN e Professore di Ecologia Forestale all’Università della Tuscia: «Il 60% delle risorse idriche italiane serve alla nostra agricoltura e gli scenari futuri di fine secolo ci portano a ridurre del 20-40% le risorse idriche disponibili. Quindi una maggiore attenzione all’uso dell’acqua è necessario, sia sulla scelta dei cibi a minore impatto idrico che nella gestione dei sistemi idrici italiani che nei comportamenti e negli stili di vita anche quotidiani». 
Infine il dato dell’Istat sulla piovosità: tra il 2001 e il 2014 è piovuto l’1,1% in meno rispetto al 1971-2000. L’anno più piovoso? Il 2010, il 2007 quello più asciutto.
METRO

21 Marzo 2016
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