Cuba, Raul Castro e Obama avviano un nuovo giorno
CUBA «È un giorno nuovo». Così il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha aperto il suo intervento all’Avana a fianco dell’omologo cubano Raul Castro, nella storica visita che lo ha portato a essere il primo capo di Stato americano in carica a recarsi sull’isola da 88 anni. Comunque oltre le sanzioni, oltre le opportunità commerciali che il «nuovo giorno» nelle relazioni tra Cuba e Stati Uniti apre, oltre tutto questo restano comunque intatte le «divergenze» tra Washington e L’Avana: embargo, prigionieri politici, diritti umani, territorio di Guantanamo. «Confido in un nuovo tipo di relazioni, come non è mai esistito», ha affermato comunque Castro. Poi il presidente cubano, fratello di Fidel, ha raccontato la storia di Diane Nyad, una nuotatrice americana che ha ripetutamente tentato di nuotare dalla Florida a Cuba senza protezioni dagli squali. «E alla fine ci è riuscita, lanciando un potente messaggio che dovrebbe servire da esempio per le nostre nazioni.Se ci è riuscita lei – ha avvertito Castro – dobbiamo riuscirci anche noi». Obama ha sottolineato come «il destino di Cuba non sarà deciso dagli Stati Uniti o da un’altra nazione perché saranno i cubani ad determinare il loro futuro», mentre Castro ha reclamato l’eliminazione totale dell’embargo economico e la restituzione di Guantanamo. Obama senza sbilanciarsi sui tempi, ha assicurato «che l’embargo sarà revocato», ma dipende dal Congresso. «Ciò che abbiamo fatto per 50 anni non è servito ai nostri interessi o agli interessi del popolo cubano – ha osservato Obama – continuiamo ad avere serie divergenze, comprese quelle riguardanti i diritti umani e la democrazia» ma il confronto «è trasparente ed onesto». «Non esistono prigionieri politici», ha replicato Castro.
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