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9:09 pm, 17 Marzo 16 calendario

Quando la felicità è imposta dallo Stato

Di: Redazione Metronews
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MONDO Domenica 20 marzo si celebra la Giornata della felicità. Un numero crescente di governi si sta dedicando a migliorare il livello di felicità del popolo, almeno in teoria. L’esempio più recente è avvenuto con la creazione del ministero della felicità negli Emirati Arabi Uniti. L’8 febbraio lo sceicco Al Maktoum, Primo Ministro e sovrano del Dubai, ha annunciato la nomina di Al Roumi a Ministro di Stato per Felicità, facendo di lei una delle pochissime donne ministro nel Golfo Persico. «Il Ministro di Stato per la Felicità dovrà guidare la politica del governo per creare benessere sociale e soddisfazione #WorldGovSummit», ha scritto lo sceicco su Twitter.
Polemiche e ilarità
La notizia ha scatenato polemiche e ilarità sui social network. Molti critici hanno paragonato questo annuncio alla creazione del Ministero della Suprema felicità sociale creato nel 2013 da Maduro, il presidente del Venezuela. «I ministeri della felicità, in particolare nei Paesi in cui le libertà politiche sono limitate, tendono ad essere una distorsione e sembrano imporre alla gente come deve essere felice. Il potenziale di manipolazione dei dati è molto grande», dice Carol Graham, membro della Brookings Institution e specialista di economia della felicità. Per ora l’esperimento del Venezuela è fallito: è sceso di tre punti al 23esimo posto nella classifica mondiale 2015. In ogni caso la felicità e il benessere sono sempre più considerati un indicatore adeguato del progresso sociale e un obiettivo delle politiche pubbliche.
La statistica del sorriso
Un crescente numero di nazioni e governi locali ha iniziato a utilizzare i dati della felicità nella formulazione dell’azione politica. Molti leader mondiali, come la cancelliera tedesca Merkel, il presidente della Corea del Sud Geun-hye, e il primo ministro britannico Cameron, stanno promuovendo attivamente l’importanza del benessere nei loro Paesi. «Gran Bretagna e Bhutan anno il potenziale per fare la differenza se l’indicatore della felicità è davvero preso sul serio», spiega Benjamin Radcliff, professore presso l’Università di Notre Dame e autore di “L’economia politica della felicità umana”. Ma possono davvero renderci più felici le politiche dei governi? «Dipende – spiega Richard Easterlin, professore di Economia dell’università della California del Sud – Ciò che i governi possono fare è concentrarsi su politiche che si occupano di ciò che influenza la felicità delle persone: assicurare posti di lavoro e una buona assistenza sanitaria, tanto per cominciare».
DANIEL CASILLAS, METRO WORLD NEWS

17 Marzo 2016
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