sanità
8:00 pm, 16 Marzo 16 calendario

Cento esempi di sprechi tra ospedali e Asl

Di: Redazione Metronews
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ROMA Nel reparto di radiologia dell’ospedale di Acireale (Catania), un apparecchio per la risonanza magnetica viene utilizzato solo cinque mattine ed esclusivamente per i pazienti ricoverati. A Cagliari, invece, presso l’Unità operativa di ortopedia dell’ospedale, sono stati acquistati letti troppo grandi che non entrano negli ascensori. E ancora: l’ospedale di Venere in provincia di Bari ha un reparto di ginecologia e ostetricia ristrutturato da poco, ma la sala operatoria è chiusa per carenza di personale. Sono solo alcuni dei casi di sprechi segnalati nel Rapporto realizzato da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, con il sostegno di Farmindustria.
Le colpe e le cause
Il Rapporto ha preso in esame 104 condizioni di spreco individuate da cittadini, associazioni ed operatori sanitari fra aprile 2014 e aprile 2015 e che a giugno 2015 risultavano ancora irrisolte. In un caso su due, per eliminare lo spreco dovrebbe intervenire la Asl, in un caso su tre la Regione, in uno su dieci l’istituzione nazionale, ossia il ministero della Salute. Quanto alle cause degli sprechi, al primo posto (9%) viene indicata la cattiva gestione del personale «sovradimensionato o sottodimensionato»; seguono, con l’8,6%, la cattiva allocazione delle risorse economiche, l’organizzazione dei servizi, il mancato utilizzo di beni e servizi; l’8,2% la mancata programmazione; al 7,3% il non utilizzo di attrezzatture costose; per il 6,5% l’uso improprio delle risorse. I casi sono tantissimi: a Tortona è stato chiuso il reparto di maternità che era stato appena riqualificato. Poi c’è il paradosso dell’ospedale di Pantalla-Todi, in provincia di Perugia: sono stati assunti solo gli infermieri, mentre i medici vengono da Perugia con una spesa per la Asl di 350 mila euro l’anno.
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16 Marzo 2016
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