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12:20 am, 15 Marzo 16 calendario

Referendum, voto sì per una nuova politica energetica

Di: Redazione Metronews
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Non ne parlano i telegiornali, non ve n’è traccia nel cosiddetto mainstream, interessa a pochi commentatori politici. Eppure tra un mese siamo chiamati al voto. A esercitare il nostro diritto-dovere di votare. E abbiamo una grande responsabilità: dire chiaramente al governo cosa ne pensiamo della sua politica energetica e ambientale. 
Si vota il 17 aprile: segnatelo in agenda. Perché c’è chi sta facendo di tutto per boicottare questa grande occasione di partecipazione attiva alla vita politica del Paese. Cominciando dal dire no all’election day che avrebbe accorpato referendum e amministrative, facendo risparmiare al Paese 400 milioni di euro, che è appunto quanto riceviamo dalle royalties dei petrolieri in un anno. Noi le sprechiamo cambiando il giorno per il voto.
Parliamo di petrolio dunque: con il quesito decidiamo se lasciare che le concessioni già in atto per trivellazioni in mare all’interno delle 12 miglia finiscano in base alla scadenza o proseguano fino alla fine del giacimento. 
Messo così sembra un quesito di second’ordine: in fondo quelle trivelle già ci sono, quei posti di lavoro sono già in atto, vogliamo far licenziare ingegneri e operai?
Tutte sciocchezze. Il petrolio italiano è scarso e di scarsa qualità. Nei nostri mari si estrae anche il gas ed entrambe le  operazioni stanno già portando danni al nostro bellissimo mare. Lo dicono i dati dell’Ispra che – seppur parzialmente – il ministero dell’Ambiente ha fornito a Greenpeace. Lo dicono i pescatori che non possono più pescare: e non sono posti di lavoro quelli? Lo dice il rischio – elevato – di incidenti e società petrolifere multinazionali che versano pochi, pochissimi soldi nelle tasche dello Stato. Abbiamo solo svantaggi da questa situazione. Che senso ha puntare su questo poco petrolio quando abbiamo le rinnovabili a disposizione? Immaturità politica, mentre nel resto del mondo si punta su questo con politiche mirate e precise. 
Allora il 17 aprile andiamo a votare, e votiamo sì: contro le trivelle, anche se impatta una minima parte di quelle esistenti. Contro questa politica energetica fossile e medioevale e per dare un chiaro segnale che noi cittadini sappiamo quale futuro vogliamo per il Paese. 
 

15 Marzo 2016
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