De Gregori canta Dylan tra “Amore e Furto”

TORINO Dopo il disco, il tour. Il “sogno proibito” di Francesco De Gregori è ormai una solida realtà. L’anno scorso il cantautore romano ha portato finalmente a casa un progetto cullato da tanto tempo, un album in cui traduce e reinterpreta 11 pezzi di Bob Dylan, suo nume tutelare da sempre. Un titolo semplice, “De Gregori canta Bob Dylan – Amore e furto”, per un lavoro rispettoso degli originali. 
«Nella scelta dei brani mi sono lasciato guidare dalla casualità: alcuni mi sono venuti incontro da soli, nei momenti più impensati, mentre altri li ho provati, ma erano incompatibili con la metrica italiana. I grandi classici, poi, sono così scolpiti nella memoria che non m’è venuto di toccarli. Non ho stravolto i pezzi per dire qualcosa di mio, ho lavorato sulla fedeltà al testo originale. Altrimenti avrei reso un pessimo servizio a Dylan», ricorda Francesco. 
E adesso è il momento del tour, che approda martedì al teatro Colosseo (ore 21, tutto esaurito): «Questo concerto è un altro film rispetto a quello del “Vivavoce Tour”. C’è Dylan e ci sono pezzi che non ho mai fatto”, precisa.
È un live diviso in due tempi, dove De Gregori, accompagnato dalla sua band guidata da Guido Guglielminetti, proporrà nella prima parte i brani “dylaniani” partendo da “Via della povertà” e “Acido seminterrato”, rispettivamente “Desolation Row” e “Subterranean Homesick Blues”, mentre nella seconda arriveranno classici come “Generale”, “Rimmel”, “Titanic” e qualche sorpresina. 
DIEGO PERUGINI