ELEZIONI CAMPIDOGLIO
9:03 pm, 13 Marzo 16 calendario

Il rifiuto di Bray Rebus a sinistra

Di: Redazione Metronews
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ROMA La sinistra che va dalla minoranza Dem a Sel lo ha corteggiato per mesi, e per la seconda volta ha incassato un cortese quanto netto “no, grazie”.
Massimo Bray, ex ministro della Cultura e direttore della Treccani, ieri su Facebook ha spiegato le ragioni del suo rifiuto: «Ringrazio le donne e gli uomini che in questi giorni mi hanno chiesto di candidarmi alle elezioni per sindaco di Roma. Ringrazio le ragazze e i ragazzi che in forme differenti mi hanno sostenuto con entusiasmo, fatto sentire la loro stima sincera, l’amicizia fatta di valori e di passioni ma, in una situazione in cui sarei un ulteriore elemento di divisione, non sarò candidato alle prossime elezioni amministrative. La difficoltà di questa scelta si accompagna alla consapevolezza di aver sempre deciso autonomamente, in assoluta indipendenza e libero da quelle dinamiche di cui sembrano soffrire la politica e i partiti e che ritengo siano tra le cause della sempre maggiore lontananza dei cittadini dalla partecipazione attiva alla vita pubblica». Il rifiuto è arrivato all’indomani del pressing che negli ultimi giorni Massimo D’Alema aveva fatto nei confronti di Bray perché facesse un passo avanti.
Coalizione in salita
La candidatura di Bray, secondo alcuni sondaggi, avrebbe portato circa il 18% delle preferenze alla coalizione che lo avrebbe sostenuto, cioè il progetto politico portato avanti da Stefano Fassina di Sinistra Italiana, in tandem con l’ex sindaco Ignazio Marino e Parte Civile (il movimento che sostiene l’ex primo cittadino), oltre a un buon numero di delusi dal Pd romano e da Sel. Una cifra importante, che però avrebbe prestato il fianco alle critiche da parte del centrosinistra, pronto ad accusare “i concorrenti” a sinistra di favorire Virginia Raggi per il Movimento 5 Stelle e Alfio Marchini, l’outsider che potrebbe raccogliere molti voti trasversali. Nella coalizione di sinistra restano i nomi di Fassina e Marino. A queste condizioni appare difficile immaginare delle primarie di sinistra solo con questi due nomi.   Il primo ha più volte ripetuto di non volersi ritirare dalla corsa al Campidoglio. L’ex sindaco chirurgo, in viaggio negli Usa, tornerà in settimana, e forse “scioglierà la prognosi” sulla sua candidatura, in attesa che nelle librerie esca il suo libro sui suoi 28 mesi da primo inquilino del Campidoglio.
METRO

13 Marzo 2016
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