Maurizio Guandalini
9:02 pm, 28 Febbraio 16 calendario

Lavori che nessuno vuole più fare

Di: Redazione Metronews
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A me è capitato che per una stuccatura in casa ho  chiamato un artigiano di origini egiziane perché di italiani che fanno questo lavoro non se ne trovano. Quasi tutti gli egiziani, a casa loro, hanno fatto scuole ad hoc per fare questi lavori artigianali; qualcosa in più delle nostre scuole professionali “Arti e Mestieri”, da noi, purtroppo, completamente scomparse. Saltano fuori i numeri delle iscrizioni alle scuole superiori e c’è da rimanere congelati: calo degli istituti tecnici e professionali. Addirittura in alcuni scuole di agraria un meno 20%, proprio nel momento che l’agricoltura è diventato un must per i giovani. Questa è anche stagione di orientamento per le ultime classe delle superiori:  in massa, le Università, sei, sette, tutte in una volta,  entrano a vendere, come è giusto, il loro prodotto. Mi sono chiesto perché non entrano,  sottovoce e di soppiatto, le associazioni di categoria, ad esempio la Confartigianato, così, tanto per offrire un punto di vista diverso, una opzione di lavoro possibile (anche attraverso master formativi professionali). Il risultato, pessimo, è che  avremo eserciti di studenti in comunicazione che poi non sapremo che fargli fare, di certo non faranno “i giornalisti per girare il mondo” (e, state pur certi, che le illusioni in fase di  vendita, e i ‘sogni’ delle matricole, non si discostano molto da questo scenario impossibile).
Serve un’Unesco delle professioni
La Cgia di Mestre ci segnala che nel 2015 sono sparite 21 mila imprese artigiane (dai stuccatori ai falegnami), ma il dato più preoccupante è che scompaiono alcuni mestieri che vanno imparati a bottega, dai barbieri ai calzolai fino ai tornitori. A chi si passa il sapere se non c’è nessuno che vuole imparare? Le storture della nostra scuola stanno tutte qui: non si parlano i due soggetti principali, che in burocratese sono chiamati  1) offerta formativa e 2) fabbisogni occupazionali.  Ma, molte responsabilità, sono in casa, nelle famiglie, negli stessi studenti che purtroppo non sempre sono lucidi, e liberi da pregiudizi, per scegliere il futuro migliore. D’altro canto lo Stato, verso le professioni che scompaiono, dovrebbe far scattare una sorta di Unesco, patrimonio da salvaguardare per il bene dell’umanità.
MAURIZIO GUANDALINI
Economista e Giornalista
 

28 Febbraio 2016
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