Unioni civili
8:19 pm, 25 Febbraio 16 calendario

Primo sì a unioni civili Via fedeltà per tutti

Di: Redazione Metronews
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ROMA Il Senato, con maggioranza supportata dai verdiniani, ha votato la fiducia sul maxi-emendamento sostitutivo del ddl Cirinnà sulle unioni civili. «Stiamo recuperando il tempo perso in passato, per far tornare a correre il nostro Paese», è stato il commento della ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi. Ma nel giorno di questo passaggio cruciale, a far discutere sono state prima le dichiarazioni del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che vantando lo stop alle adozioni ha detto: «Abbiamo impedito una rivoluzione contro natura». E poi un disegno di legge presentato da un drappello di senatrici del Pd che in poche righe chiede di togliere dall’articolo 143 del Codice Civile il riferimento all’obbligo reciproco di fedeltà tra i coniugi.
Adeguare anche il matrimonio
«È un retaggio di una visione superata e vetusta del matrimonio – ha spiegato la prima firmataria, Laura Cantini – il giudice non può fondare la pronuncia di addebito della separazione sulla mera inosservanza del dovere di fedeltà coniugale. Inoltre la legge 219 del 2012 ha superato la distinzione tra figli legittimi e naturali, che rese fondamentale all’epoca l’obbligo di fedeltà tra i coniugi. Da questo punto di vista – ha concluso la senatrice – l’accordo raggiunto sulle unioni civili recepisce un modello molto più avanzato, che dovrà essere recepito dal Codice civile».
Cresce il “peso” di Verdini
Intanto nella votazione al Senato la maggioranza che sostiene il governo Renzi si è fermata a quota 155. Voti che, comunque, da soli sarebbero bastati a far passare la fiducia e approvare il ddl sulle unioni civili. Con l’aggiunta di 18 voti dei verdiniani, i voti a favore del maxi-emendamento sono saliti a 173. Il dato politico è che senza i numeri del gruppo di Verdini la maggioranza non raggiungerebbe quota 161, ovvero i voti necessari per avere la maggioranza assoluta al Senato. I voti contrari alla fiducia sono stati 71, mentre i senatori del Movimento 5 Stelle non hanno partecipato al voto, lasciando l’Aula. Diversi anche i distinguo personali, che nel Pd hanno portato ad esempio al non voto dei senatori Manconi e Casson. Non hanno partecipato alla votazione anche i senatori di Ap Sacconi, Marinello e Formigoni.
Protesta in piazza il 5 marzo
«Sabato 5 marzo in piazza del Popolo a Roma per protestare. Pd e M5S responsabili di una legge che non è all’altezza della Costituzione». Così il movimento Lgbti rilancia la mobilitazione. «Il Senato – dichiarano le associazioni – sta scrivendo una brutta pagina nella storia dei diritti civili nel nostro Paese, con una legge che, caso rarissimo nell’intera Europa e unico tra i Paesi fondatori, ignora l’esistenza dei figli e delle figlie di coppie omosessuali, chiedendo alla magistratura di sbrigare da sola questo incredibile vulnus della nostra legislazione. Ponzio Pilato non sarebbe riuscito a fare di meglio. Non abbiamo aspettato 30 anni per questo. Ci impegneremo affinchè i partiti responsabili di questa debacle dei diritti paghino caro, anzi carissimo in termini di consensi».
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25 Febbraio 2016
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