Libia
8:31 pm, 25 Febbraio 16 calendario

L’Italia sta valutando intervento armato in Libia

Di: Redazione Metronews
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ROMA «È stata attentamente valutata la situazione in Libia, con riferimento sia al travagliato percorso di formazione del Governo di accordo nazionale sia alle predisposizioni per una eventuale missione militare di supporto su richiesta delle autorità libiche». È abbastanza sibillino il comunicato diffuso dal Quirinale al termine della riunione del Consiglio Supremo di Difesa convocata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il succo è però che sul tavolo del super-vertice (con il premier Renzi e i ministri Gentiloni, Alfano, Pinotti, Padoan e Guidi, oltre al Capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Claudio Graziano) il dossier di un possibile intervento armato italiano in Libia è stato formalmente aperto. Questa eventualità, quindi, appare più concreta che in passato.
Rafforzamento anche in Iraq
Il Consiglio ha esaminato anche «i contributi che le nostre forze armate garantiscono alle operazioni in corso in Iraq e gli ulteriori rinforzi che potranno essere forniti a supporto dell’addestramento delle forze della coalizione e delle attività di assistenza e di recupero del personale disperso, in piena coerenza con i principi cui si ispira da sempre la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali». In mattinata il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, era stato più esplicito: «In Libia dobbiamo prepararci a soluzioni anche alternative e valutare, se necessaria, anche l’opzione militare: difficilmente si può risolvere affidando tutto ai locali». Ma la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, aveva subito replicato: «Un intervento militare di occupazione della Libia è impensabile. La Libia può essere stabilizzata solo con l’intervento delle forze locali». La stabilizzazione del Paese «è difficile da immaginare senza una interlocuzione piena con i libici stessi».
Onu: crimini di guerra diffusi su tutti i fronti
Tutte le parti in conflitto in Libia «sono probabilmente responsabili di crimini di guerra»: torture, abusi di ogni tipo compreso lo stupro, vessazioni e violazioni dei diritti umani. È il risultato di un anno di inchiesta dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. «Una moltitudine di attori, dello Stato e non, sono accusati di violazioni e abusi molto seri che, in molti casi, possono essere definiti come crimini di guerra», ha dichiarato l’Alto Commissario, Zeid Raad Al Hussein. Intanto, dopo la “fumata nera” per il voto al governo di unità nazionale, il ministro degli Esteri russo ha messo in guardia sul fatto che un’altra campagna militare in Libia può trasformare il Paese «in una base regionale per il terrorismo internazionale».
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25 Febbraio 2016
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