Maurizio Zuccari
5:10 pm, 24 Febbraio 16 calendario

Roma e Milano corsa a perdere

Di: Redazione Metronews
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È bastato che dicesse, tra l’altre amenità – tipo: mai votato Berlusconi, sto sempre coi deboli – che i rom lui non li caccerebbe a furor di ruspe per suscitare le ire del Salvini furioso e mettere a repentaglio l’appena ritrovata unità della destra romana sul futuro sindaco in Campidoglio. Ma lui, Bertolaso Guido da Roma, alla guida della protezione civile per un decennio e nei guai giudiziari da un quinquennio, ricordato con affetto dalla Maddalena all’Aquila, passando per il megacentro di Ponzano Romano, tira dritto. Se ne frega degli altolà della Lega e della destra verace di Storace – l’altro candidato a scorno del clan Meloni, main sponsor di Bertolaso assieme al Cavaliere – che ne vaticina la fine prima delle sentenze sul G8 sardo e la distruzione post terremoto in Abruzzo. Sullo stesso campo, Alfio Marchini agli zingari leverebbe l’acqua e fa spallucce, anche se Bertolaso è una bella pietra d’inciampo nella corsa a palazzo Senatorio.
Se a destra c’è maretta, almeno il toto-nomine pare risolto con l’uomo della protezione. A differenza del fronte opposto, dove al teatrino delle primarie è in pole l’uomo forte renziano. Quel Roberto Giachetti sul quale il pd romano vuole ricostruire il consenso dalle proprie macerie ma che sulla carta ha le stesse chance dell’ex sindaco Marino, cacciato dalla porta e rientrato dalla finestra. Che le primarie le boicotta ma sarà della partita, eccome. Da parte loro i 5S, temuti vincenti, presentano la già consigliera Virginia Raggi, in un clima da roulette russa dove la palla in canna è a salve. È che specie per loro Roma vale un po’ la storia della sora Camilla: tutti la vogliono e nessuno la piglia. Nessun grillino sano di capoccia vuole scapocciarsi sui muri dell’Urbe, finendo in croce prima delle politiche. Poi ci sono gli outsider. Quelli come Gianfranco Mascia, che fa il verso al cartone Mascia e orso. Meglio un orsacchiotto che Buzzi e Carminati, assicura.
Rispetto al bullicame capitolino, a Milano c’è acqua cheta. Lì la rappresentanza cinomeneghina ha assicurato all’ex manager Expo Giuseppe Sala la vittoria alle primarie pieddine. Se la vedrà con Stefano Parisi, già city manager dell’era Albertini e con gli outsider che danno pepe al giugno elettorale. L’irascibile Sgarbi, il redivivo Di Pietro e quel Corrado Passera che affigge cartelli tipo: se ti rubano a casa è colpa della sinistra, ma rifiuta inciuci coi destri. Alla grillina Patrizia Bedori restano briciole, non solo mediatiche. Aspettando i ballottaggi.
MAURIZIO ZUCCARI, giornalista e scrittori

24 Febbraio 2016
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