Regeni
9:06 pm, 24 Febbraio 16 calendario

Regeni, nuova versione Per l’Egitto una vendetta personale

Di: Redazione Metronews
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EGITTO  Ennesima nuova improbabile versione egiziana sulla morte di Giulio Regeni: «Un movente criminale o il desiderio di una vendetta personale». Questa l’ultima verità del Cairo sul ricercatore friulano scomparso la notte del 25 gennaio e ritrovato morto il 3 febbraio sull’autostrada Il Cairo-Alessandria. «Malgrado il costante lavoro del team investigativo – dice l’ambasciata egiziana in Italia- e malgrado questo non sia finora riuscito ad individuare il colpevole o il movente, i dati e le informazioni disponibili portano a tutte le piste compresa quella criminale o quella della vendetta per motivi personali; tanto più che l’italiano aveva goduto di molte relazioni nei dintorni della sua abitazione e per la quanto riguarda la sua attività di ricerca universitaria». Ma l’annuncio della nuova pista fa scattare l’immediata reazione del governo italiano. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, rispondendo al question time a Montecitorio ha detto: «Non ci accontenteremo di una verità di comodo né di piste improbabili». In queste settimane si sono susseguite più ipotesi investigative mentre l’Italia è in attesa del dossier dei magistrati egiziani. Nel bollettino egiziano sulle novità investigative non viene citato alcun coinvolgimento delle forze di sicurezza. Però il Cairo ha ribadito «la volontà di giungere alla verità ed individuare i colpevoli da consegnare alla giustizia».
L’Egitto e gli altri: Amnesty denuncia la crisi dei diritti umani
Il 2015 è stato un anno nero sul fronte del rispetto dei diritti umani nel mondo. Ne è convinta Amnesty International, che ha presentato il suo rapporto annuale 2015-2016. La denuncia è pesante: l’Onu «ha fallito» nel tenere fede al ruolo vitale nel rafforzamento dei diritti umani e nel chiamare a rispondere i responsabili delle violazioni, e «la guerra in Siria ne è un esempio»; l’Unione europea è debole, inerme, mossa da interessi particolari di corto respiro e chiede alla Turchia di fare il «lavoro sporco» di trattenere i migranti alle sue frontiere.
Molti Governi hanno «violato in modo sfacciato il diritto internazionale nel loro contesto interno: oltre 122 Stati hanno praticato maltrattamenti o torture e 30 Paesi hanno rimandato illegalmente rifugiati verso Paesi in cui sarebbero stati in pericolo. In almeno 19 Paesi Governi o gruppi armati hanno commesso crimini di guerra». 
Tra i Paesi in cui i Governi hanno violato diritti economici, sociali, politici e civili, Amnesty annovera anche l’Egitto, con migliaia di arresti per chiunque esprima dissenso anche in modo pacifico, per centinaia di condanne a morte e per detenzioni prolungate senza accuse o processi; gli Stati Uniti, con il centro di detenzione di Guantanamo ancora aperto; la Cina, con l’aumento della repressione contro i difensori dei diritti umani e l’adozione di leggi indiscriminate in nome della sicurezza nazionale; la Russia, con l’uso repressivo di leggi sulla sicurezza nazionale. Per l’Italia si cita tra l’altro l’assenza del reato di tortura e il commercio di armi.
METRO

24 Febbraio 2016
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