Smart work
6:20 pm, 23 Febbraio 16 calendario

Il lavoro in Barilla è sempre più smart

Di: Redazione Metronews
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LAVORO. Maggiore flessibilità sul luogo di lavoro, approccio orientato ai risultati, delega nella gestione del proprio piano di attività. Lontani i tempi dell’Italia del “cartellino”, nel mondo del lavoro il presente e il futuro si chiamano smart working. Una piccola rivoluzione che sta trasformando e migliorando il mercato del lavoro, all’ordine del giorno anche dell’agenda politica, visto che il Consiglio dei ministri del 28 gennaio scorso ha approvato su questo tema un disegno di legge, ora al vaglio delle due Camere. Ma c’è chi è stato un vero e proprio precursore su questo fronte: il Gruppo Barilla.
La sfida
Nel 2013  l’azienda emiliana – che impiega nel mondo circa 8.000 persone – ha avviato un progetto di smart working in tutte le proprie sedi, nazionali e internazionali. Su 1.600 dipendenti coinvolti dal progetto, circa 1.200 (oltre il 74%) hanno usufruito dell’opportunità. E la sfida di Barilla è quella di offrire lo smart working per il 100% del tempo ai dipendenti: entro il 2020 tutti i dipendenti potranno lavorare da casa. Ma di cosa si tratta? «Smart working per Barilla – afferma Alessandra Stasi, responsabile Organization & People Development – significa tre cose. In primo luogo, lavorare dovunque, comunque e in qualunque momento. E, in secondo luogo, vuol dire utilizzare gli spazi in un modo diverso. Il terzo aspetto sono le tecnologie digitali».
I benefici
Il progetto di smart working in Barilla è aperto a tutta la popolazione impiegatizia. Tuttavia, esiste una maggiore propensione al suo utilizzo da parte delle donne tra 30 e 55 anni e da chi effettua un tragitto casa-ufficio mediamente lungo (maggiore ai 25 km), con un conseguente risparmio di tempo, costi e connesso beneficio per l’ambiente. I dipendenti possono lavorare in sedi diverse dall’ufficio per 4 giorni al mese, accordandosi col manager. E i risultati, finora, sono stati molto positivi. In particolare, il beneficio più grande riguarda l’equilibrio vita privata-lavoro che ha portato a un aumento della soddisfazione dei dipendenti.    
METRO

23 Febbraio 2016
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