Igor Righetti
6:16 pm, 23 Febbraio 16 calendario

Alberto Sordi e l’Oscar mancato

Di: Redazione Metronews
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Oggi ricorre il 13° anno dalla morte di mio zio Alberto Sordi. La parentela che mi lega a lui discende dalla madre, Maria Righetti, che Alberto venerava, la donna più importante della sua vita e che considerava come la Madonna: senza peccato.
Tuttora amato e conosciuto in tutto il mondo, nella sua lunga carriera artistica durata oltre cinquant’anni ha ricevuto numerosi e prestigiosi riconoscimenti: 9 David di Donatello, 6 Nastri d’argento, un  Orso d’oro e un Orso d’argento a Berlino, un Golden Globe e il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia ma aveva un rimpianto: quello di non essere mai stato candidato dall’Italia agli Oscar. Però era speranzoso, ricordava sempre che Charlie Chaplin lo aveva ricevuto a 83 anni. Invece Alberto è morto proprio a 83 anni ma l’Oscar non è mai arrivato.
Eppure anche la critica ha riconosciuto il suo talento fuori dal comune:  “Gli altri hanno fatto la commedia all’italiana, lui è stato la commedia all’italiana” scrive nel suo libro il critico Enrico Giacovelli. Ma forse il fatto di essere così popolare e così amato da tutte le fasce di età e di ceto sociale hanno giocato a suo svantaggio: per gli snob della cultura queste caratteristiche sono ancora oggi viste come negative.
E pensare che l’Albertone nazionale è ancora molto amato anche nel Sud e Centro America, in Russia, in Australia e negli Stati Uniti: nel ‘55 il presidente americano Truman lo invitò a Kansas City per consegnargli le chiavi della città e la carica di governatore onorario come premio per la propaganda favorevole all’America promossa dal suo personaggio Nando Moriconi. Sempre negli Stati Uniti, nel ‘79 ricevette la cittadinanza onoraria della città di Plains, in Georgia, nel 1997 Los Angeles e San Francisco gli dedicano una rassegna di 24 film dal titolo”Alberto Sordi: Italy’s everyman” che riscosse un grandissimo successo e, a metà degli anni ’80, si svolse un’importante retrospettiva dei suoi film al Carnegie Hall Cinema di New York. I grandi registi e attori americani hanno sempre riconosciuto pubblicamente la sua genialità tanto che Francis Ford Coppola disse che “Il mafioso” (che Alberto girò nel 1962 con Alberto Lattuada) era il miglior film mai fatto sulla mafia. Dustin Hoffman ha affermato che quello che ha imparato per fare l’attore comico lo deve ad Alberto Sordi mentre Martin Scorsese ha  rilevato che “il volto di Alberto è stato un’inimitabile icona del genio espressivo italiano”. Robert De Niro, invece, conserva ben 100 cassette dei film di Alberto Sordi. Una soddisfazione, postuma, Alberto l’ha avuta a marzo del 2003, un mese dopo la sua morte: in un filmato in cui comparivano grandi attori e registi scomparsi come Billy Wilder, Rod Steiger e Dudley Moore apparve l’immagine del suo faccione in una sequenza del film  diretto da Ken Annakin “Quei temerari sulle macchine volanti” del 1965.
Beh, caro zio Alberto, che cosa dire ancora: quell’Italia e quegli italiani de te così ben rappresentati nei loro pregi e nei loro difetti, non ti dimenticheranno mai. Oscar o meno continuerai a rimanere nella memoria di tutti.
Igor Righetti
conduttore radiotelevisivo

23 Febbraio 2016
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