Matteo grandi
8:47 pm, 22 Febbraio 16 calendario

Oh Capitano, mio Capitano!

Di: Redazione Metronews
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Probabilmente in un Paese il cui premier pubblica selfie in cui espone il tricolore alla rovescia, non possiamo aspettarci un grande trattamento per le bandiere. Eppure quel che sta accadendo a Totti, e che, per certi aspetti, già capitò a Maldini e Del Piero, la dice lunga sulla nostra predisposizione alla riconoscenza. Abbiamo smesso di portare rispetto persino alle icone. Perché è vero che il calcio è un gioco che macina milioni senza guardare in faccia nessuno, ma è anche vero che esistono poche eccezioni di fronte alle quali bisognerebbe provare un fremito di gratitudine eterno.
Totti e la Roma appartengono alla cerchia di queste rarissime eccezioni, forme d’amore incondizionato che rendono maglia e giocatore un tutt’uno, che trasformano l’uomo in simbolo del club. Chi ha passato tutta la sua vita in un’unica squadra, chi al tempo della crisi Sensi pagò di tasca propria gli stipendi dei magazzinieri, chi ha fatto della propria classe un tratto identificativo del proprio club, non può essere trattato come un giocatore qualunque.
Anche se in campo ha smesso di brillare, anche se il suo carisma fa ombra a mezzo spogliatoio. Quando un allenatore, con evidenti limiti di buon senso e doti umane, pensa di trattare Totti come uno dei tanti o pensa di punirlo perché “il bene del gruppo viene prima di tutto”, dimentica che Francesco Totti è l’anima di quel gruppo, dimentica che il bene della squadra passa prima di tutto dall’instaurare con giocatori come Totti un rapporto di dialogo sincero e profondo, non “buongiorno” e “buonasera” come con un qualsiasi mercenario in prestito per sei mesi da chissà quale squadra olandese.
Vede, caro Spalletti, un giorno, molto presto, il 5 a 0 sul Palermo sarà dimenticato, la sua permalosità sarà spazzata via e il suo nome andrà a fare compagnia a infiniti altri in un database buono per le statstiche. Ma Francesco Totti resterà in eterno come i Rivera, i Facchetti, i Puyol e tutti quei giocatori che hanno dato una vita (professionale) per una maglia. E la Roma su questo dovrebbe prendere con forza una posizione ufficiale.
 
MATTEO GRANDI
giornalista e blogger

22 Febbraio 2016
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