Fuocoammare
8:28 pm, 21 Febbraio 16 calendario

Rosi gioisce ma ricorda che un film da solo non basta

Di: Redazione Metronews
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BERLINO Quegli occhi non li dimenticherà Gianfranco Rosi e chi guarderà il suo film meno che mai. Sono gli occhi dei migranti che si agitano su barche instabili verso una terra promessa ma che non toccheranno mai. Perché il suo film, “Fuocoammare”, vincitore sabato dell’Orso d’Oro alla Berlinale, è dedicato a tutti coloro che non ce l’hanno fatta, a quelli che non sono mai arrivati, morti a un passo da lì, inghiottiti dal un mare oltre che agli abitanti dell’isola di Lampedusa dove migliaia di disperati continuano ad arrivare. «Voglio ricordare – ha detto Rosi appena premiato – i vivi, i morti e i Lampedusiani che vivono tutto questo sulla loro pelle e gli eroi come il medico Pietro Bartolo che da 25 anni si occupa dei migranti. E che ho raccontato un sterminio, per questo ho filmato i morti».
L’Olocausto di oggi?
Sì, siamo davanti a un Olocausto del mare e tutti siamo responsabili, tutto sta accadendo davanti ai nostri occhi e noi non possiamo far finta di non vedere. L’Europa per troppo tempo lo ha fatto.
Ma, oltre i film e le denunce, oltre ciò che fanno i Lampedusiani con la quotidiana accoglienza, che scelte dovrebbe fare l’Europa politica qui e ora?
È necessario anzitutto il corridoio umanitario, l’unico modo per salvarli. E, certo, un film non basta, serve la politica. Invece è una vergogna ciò che sta accadendo. È tremendo vedere l’Austria e l’Europa che alzano barriere e costruiscono muri.
Come vede questi muri e queste barriere?
Sono barriere fisiche certo, ma prima e, soprattutto, barriere psicologiche che noi dobbiamo superare, perché abbiamo il dovere di accogliere queste persone che fuggono dall’inferno e abbiamo i mezzi per farlo.
SILVIA DI PAOLA  

21 Febbraio 2016
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