Milano
9:00 pm, 18 Febbraio 16 calendario

La ‘Ndrangheta lombarda? “Troppo pochi denunciano”

Di: Redazione Metronews
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TRIBUNALE «Sono passati 5 anni e mezzo da Crimine Infinito, e siamo ancora qua a indagare sulla penetrazione della ‘Ndrangheta in Lombardia. Purtroppo in pochissimi casi le vittime denunciano la sua presenza al Nord». Lo ha detto ieri, ricordando però, anche, il coraggio di un imprenditore che ha denunciato i mafiosi, il pm della Dda Alessandra Dolci in merito all’operazione “Crociata”: 28 misure cautelari in carcere per associazione mafiosa e a delinquere finalizzata al narcotraffico, usura ed estorsione, rapine. Interessata soprattutto l’area comasca (smantellata la “locale” di Mariano Comense). Dei 28 arrestati, uno è albanese, una è donna (una 63enne di Sesto San Giovanni, già detenuta a Bollate: spaccio), 11 gli affiliati alla ‘Ndrangheta. Circa 200 i chili di droga sequestrati: 167 di marijuana dall’Albania, 13,7 di hashish dalla Spagna e 3,5 di cocaina dalla Romania. L’indagine, partita da alcuni colpi di fucile esplosi contro un’auto a Sesto San Giovanni nel 2012, ha identificato in G.C., di Locri, il “numero 19”, la persona seduta al fianco del boss Salvatore Muscatello, 81enne capo della locale di Mariano Comense, al summit di ‘Ndrangheta del 31 ottobre 2009 svoltosi al circolo Arci di Paderno Dugnano.
Il bambino di 10 anni voleva emulare il boss
L’affiliazione alla ‘ndrangheta affonda le radici nella “cultura” e nella mentalità degli ambienti infetti. Una verità che emerge con grande chiarezza da una intercettazione telefonica fatta dagli inquirenti nell’ambito dell’operazione “Crociata”. Un ragazzino di appena di 10 anni, figlio di uno degli arrestati (esponente di spicco della “locale” di Mariano Comense), avrebbe espresso la volontà di seguire le orme del cugino più grande «perché è una persona temuta». Lo dice, al telefono, con aria molto compiaciuta, suo padre. Finito agli arresti, appunto. Assieme al cugino “da imitare”.
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18 Febbraio 2016
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