Cinque punti critici sulla candidatura di Roma 2024
L’OPINIONE Ieri c’è stata la grande kermesse al Palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma, di presentazione del progetto Olimpico 2024 riservato a mille “invitati”. La maggioranza dei cittadini romani che a quell’ora era impegnata negli uffici e nei posti di lavoro si accontenterà delle repliche e dei resoconti giornalistici. Io non sono stato invitato nonostante abbia fondato, una ventina di anni fa, la moderna Maratona di Roma, ma ovviamente questo è un dettaglio che mi rifiuto di pensare sia legato alla mia posizione critica sulla candidatura. Comunque l’ho seguita su Internet e mi è piaciuta. Tanti numeri, tanta retorica, tante luci, tante parole, bel pubblico. Poca sostanza però, o meglio; di sostanza ce n’era pure troppa, di dichiarazioni d’intenti, di voli pindarici, di mirabilia a bizzeffe. Come diceva Dalla: “…sarà due volte Natale e festa tutto l’anno…”. E allora tutto bene? No purtroppo, perché si sono tralasciate di affrontare almeno cinque ragioni che andavano ricordate, perché erano state richieste con insistenza dai cittadini romani e sono essenziali per il prosieguo positivo del progetto, che elenco: 1) Il metodo seguito e gli uomini autopropostisi per definire la candidatura che sono gli stessi da sempre; 2) La mancanza di un’analisi sulle criticità e i costi dei Grandi Eventi del passato; 3) La legalità e la città commissariata, questioni sulle quali si è glissato; 4) La Democrazia partecipativa, con la richiesta di Referendum tra i romani che avrebbe potuto rifiutare, ma anche rafforzare il progetto. Sarebbe stato elegante parlarne; 5) I costi, che se non lieviteranno come al solito, sono già qualcosa di insopportabile per un ’economia in crisi come la nostra che avrebbe ben altre priorità. Credo che queste siano considerazioni che hanno ragioni concrete per esistere, che spero nei prossimi mesi potranno essere riaffrontate.
UMBERTO SILVESTRI
Giornalista e scrittore
© RIPRODUZIONE RISERVATA