Vittime dell'acido
7:30 pm, 7 Febbraio 16 calendario

Laxmi, top model dal volto bruciato

Di: Redazione Metronews
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Laxmi Saa aveva 15 anni quando un uomo di 32 anni le ha gettato addosso dell’acido come ritorsione per essersi rifiutata di sposarlo. Saa, rimasta orribilmente sfigurata, oggi è il volto della campagna del marchio di moda Viva N Diva intitolata “Face of Courage”, il volto del coraggio.
 Saa ha dichiarato alla  BBC: «L’opportunità di rappresentare una marca di abbigliamento di moda mi permette di essere un esempio per donne come me, ispirando sicurezza in se stesse e coraggio a dispetto dell’apparenza fisica. È anche un modo per spedire un messaggio chiaro all’indirizzo dei criminali: le donne non perderanno la forza d’animo neanche dopo aver subito un attacco con l’acido in grado di distruggerne la bellezza esteriore».
Laxmi, attivista della ong Stop Acid Attacks, lotta affinché venga regolamentata la vendita di acido e invoca punizioni più dure per coloro che perpetrano tali terrificante crimini. Tramite questa associazione l’attivista 26enne, nel 2013, ha organizzato una petizione firmata da 27.000 sostenitori e rivolta alla corte suprema indiana per limitare la vendita di acidi e ricompensare le vittime con una somma di $ 5000.
Due anni fa la modella, anche presentatrice televisiva, ha posato per un servizio fotografico di Rahul Saharan che ha visto protagoniste cinque giovani vittime di aggressioni con l’acido. Gli scatti non servivano solo a mostrare la bellezza di queste donne, ma anche a presentare la linea di abbigliamento di una delle vittime, Rupa.
Queste campagne mirano a cambiare la percezione delle persone parlando più estesamente di moda, bellezza e naturalmente aggressioni violente. Saa ha spiegato che «il problema non è solo essere una vittima ma essere anche vittimizzata dalla società. Veniamo trattate come se non fossimo buone a nulla e le nostre vite fossero uno spreco».
Viva N Diva ha dimostrato che Saa e altri come lei meritano un palco ove ostentare la propria bellezza, il proprio stile e la propria personalità.
Il caso di Natalia Ponce
La giovane colombiana Natalia Ponce De León è stata la vittima di un’aggressione con l’acido cloridrico perpetrata da un vicino folle nel 2014.
Ha dovuto sottoporsi a venti tipi di chirurgia ricostruttiva per riprendersi da ustioni sul 34% del corpo. I suoi occhi, palpebre, naso e zigomi sono stati ricostruiti e ora si passerà alla bocca. Tuttavia l’acido ha danneggiato il sistema respiratorio rendendole difficile la respirazione.
Da allora ha lottato per le vittime di questo tipo di crimine. In Colombia si sono verificati 628 aggressioni con l’acido dal 2010.
Il presidente colombiano Juan Manuel Santos ha istituito la legge “Natalia Ponce”, per la quale le aggressioni perpetrate utilizzando sostanze chimiche verranno considerate crimini veri e propri piuttosto che semplici danni alla persona, e chi sarà giudicato colpevole potrà ricevere una condanna da dodici a trent’anni di prigione.
Natalia Ponce in occasione dell’approvazione della legge ha dichiarato: «La mia vita è completamente cambiata dopo essere stata brutalmente aggredita con l’acido, ma oggi, signor Presidente, con l’attuazione di questa legge, siete Lei, il congresso e il paese in generale ad aver cambiato le vite delle vittime di tali aggressioni».
LUZ LANCHEROS
MWN
Emergenza globale
I numeri delle aggressioni con l’acido nel mondo
Nel mondo, ogni anno circa 1500 persone in 20 paesi sono vittime di aggressioni con l’acido e di queste l’80% sono donne, secondo l’organizzazione Acid Survivors Trust international.
Sono pochissimi i paesi che puniscono severamente questo tipo di crimine. Nel Bangladesh l’aggressore è condannato alla pena di morte grazie all’Acid Crime Act (ACCA). Se l’attacco non causa danni fisici, la condanna oscilla tra i tre e i sette anni di prigione. In India, la detenzione non è mai inferiore ai dieci anni, a seconda del livello di danno può raggiungere il carcere a vita. Dal 2011 il Pakistan adottato una politica simile.
Nei paesi come l’Iran, secondo la legge Qisas (o “dell’occhio per occhio”), il colpevole può essere accecato con l’acido. Il caso di Ameneh Bahrami è diventato famoso perché ha accettato di perdonare il suo aggressore risparmiandogli la perdita della vista.
 

7 Febbraio 2016
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