Cinema/“Good Kill”
5:09 pm, 7 Febbraio 16 calendario

La guerra con i droni mi fa sentire codardo

Di: Redazione Metronews
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ROMA  «Ho appena ucciso sei talebani e ora vado a fare una grigliata», dice il soldato con la faccia di Ethan Hawke che ha ucciso, ma a distanza, pilotando i droni, mentre il comandante ricorda: «Non dimenticatelo mai che state uccidendo delle persone e che non state giocando alla Playstation. Oltre lo schermo qualcuno muore davvero». 
È tutto qui il cuore di “Good Kill”, dal 25 febbraio nei  cinema per raccontare di che cosa parliamo quando parliamo di guerra dei droni, con Andrew Niccol di nuovo a dirigere Ethan Hawke.
Cosa sapeva lei, Mr. Hawke, dei droni prima di questo film? 
Pochissimo, le prime volte che ne leggevo non sapevo nemmeno come fossero fatti, non riuscivo ad immaginarli e solo per questo mi sembravano  una soluzione positiva.
Quindi pensava che  si potesse parlare di “morti buone”? 
Io, un po’ come il soldato che interpreto e come tanti cittadini, avevo creduto a molte bugie che ci vengono dette per allontanarci dalla realtà. Bugie tipo quella  che ci siamo ritirati dall’Afghanistan quando lì invece abbiamo lasciato un mare di droni.
E invece che guerra farebbe il soldato che interpreta? 
Lui si è preparato per rischiare la vita per il suo Paese, si è arruolato per questo e davanti a una guerra fatta con uno schermo e non sul campo si sente un codardo. Per questo e perché non c’è distacco tra la guerra e la vita civile  perde la testa e il senso di ciò che è giusto e sbagliato.
Questo è l’altro tema del film? 
Sì ed è anche uno dei temi più delicati di tanti conflitti. Ma per questi soldati è tremendo: non c’è nessuna distanza temporale, ammazzano i talebani e poi vanno a prendere i figli a scuola. 
SILVIA DI PAOLA
 

7 Febbraio 2016
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