TONY SACCUCCI
4:40 pm, 4 Febbraio 16 calendario

Quando è il professore a copiare

Di: Redazione Metronews
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Gian Antonio Stella ci racconta che un professore associato ha passato l’esame per diventare ordinario copiando. Non solo ha copiato l’esame, ma ha copiato parte della sua produzione accademica. Copiato col copia incolla. Succede a  Messina, e il professore in questione è figlio del precedente rettore. A “denunciare” i fatti è l’altro associato che è stato trombato. Quest’ultimo, più anziano e (a quanto pare) più bravo del copione, ha passato, invece dell’esame, settimane e settimane a setacciare i lavori del (disonesto) vincitore e a confrontarli con quelli del loro comune maestro. Scoprendo l’incredibile inganno. Ci sarebbe già materiale per rabbrividire. E non solo dal punto di vista morale, perché quei lavori vengono valutati come titoli per la carriera accademica. Ma il bello deve ancora venire. Il nuovo rettore, scoperto l’esame copiato, ha bloccato la procedura di assunzione e ha mandato tutto al Ministero dove una commissione si è riunita per valutare l’operato della commissione dell’esame copiato. Ebbene, ecco la risposta del Miur: “Visionata la documentazione la commissione ritiene di non dover modificare il giudizio di abilitazione già reso nei riguardi del prof. Tomasello”. E la beffa: la commissione d’esame, quella di Messina, lodava il vincitore anche per i «contributi originali ». Siamo oltre i brividi.
Per capirci, quando uno scrive “copiato”, intende cose così: testo originale: «La vitalità di osservatore accanito del ciclo della natura spinge Pascoli a cogliere il flusso di un divenire sempre diverso, una trama di suggestioni che si allacciano alla natura umana, facendosi, nell’istante in cui sono isolate, parafrasi della vita quotidiana ed eroica, brulicante di apparizioni, di tentazioni e allegorie… »; testo copiato: «La vitalità di osservatore accanito dell’esistenza spinge Quasimodo a cogliere il flusso di un divenire sempre diverso, una trama di suggestioni che si allacciano alla natura umana, facendosi, nell’istante in cui sono isolate, parafrasi della vita quotidiana ed eroica, brulicante di apparizioni, di tentazioni e allegorie…»
Ora, la domanda che noi docenti rivolgiamo al Ministro è la seguente: “Cosa dobbiamo dire ai nostri studenti appena rientriamo in classe?”.
TONY SACCUCCI, insegnante e scrittore
 

4 Febbraio 2016
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