Joseph Fiennes/Maria Botto/Risen
4:00 pm, 3 Febbraio 16 calendario

Joseph Fiennes: Risorto anche grazie a Papa Francesco

Di: Redazione Metronews
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CINEMA Un tribuno davanti a Gesù crocifisso. Lo vede morire, lo vede buttato giù dalla croce, lo vede nel sepolcro,  mandato da Pilato ne cerca poi il corpo sparito e poi lo rivede tra i discepoli: “Per me-dice il razionale e ragionevole soldato- sono due cose che non coincidono” e così inizia il viaggio per capire.
Lui ha la faccia di Joseph Fiennes, è il protagonista di Risorto diretto da Kevin Reynolds e insieme a Maria Botto (Maria Maddalena) prima di incontrare i giornalisti è stato  in Vaticano.
Ma la religione non c’entra: “Io sono stato battezzato ma poi mi sono allontanato dal cattolicesimo, però stamani mi sono sentito toccato. Cioè il tempo trascorso in Vaticano è stato fenomenale, mai avrei potuto pensare che sarebbe successo, è stato un momento speciale  anche se non eravamo lì per parlare del film ma per incontrare Papa Francesco. Della mia fede che dire? Per quanto sia fragile, sono rimasto colpito e commosso da ciò che ho visto in Vaticano, sarà per l’idea di tutta la gente che vi entra ogni giorno o per l’odore di incenso della chiesa…
Ma, tornando al film che sarà in sala dal 17 marzo, che cosa le è rimasto di questo  personaggio?
Il personaggio mi ha dato vesciche e dolori perché giravo sempre con dei sandali scomodissimi, ma mi sono anche allenato con gente che conosce bene le tecniche dei gladiatori e questo mi è servito. Poi non saprei dire come sono entrato nel personaggio, non ho un metodo che applico sempre, per ogni personaggio cerco la chiave che mi consente di entrare, a volte dall’esterno, magari dagli abiti, a volte dall’interno.
Ma il film che cosa le ha fatto pensare su quello di cui parliamo quando parliamo di  religiosità?
Mi ha fatto pensare al concetto della redenzione, all’idea che c’è sempre una seconda possibilità. Mi è capitato spesso di interpretare personaggi religiosi e quello che trovo interessante in loro è l’integrità, l’evoluzione del sé in gente che ha una fede, l’autocontrollo di persone che possono gestire tempeste interiori grazie alle loro certezze, cosa che io mai potrei fare.
E che cosa si aspetta che arrivi al pubblico di tutto questo?
Credo che stiamo vivendo dei momenti particolari ma questo in fondo succede da sempre, è la storia dell’umanità. Posso dire che la mia speranza è semmai che questo film possa essere stimolante, che i non   credenti e i credenti lo vedano tutti insieme e ne parlino, tutto qui. In fondo nel film si vedono una crocifissione e una resurrezione dal punto di vista di un non credente e la storia che è raccontata è una via di mezzo tra ciò che sta nelle scritture e un’invenzione storica, quindi se ne può parlare.
Ma domani sarà in tutt’altri panni, nientemeno che in quelli di Michael Jackson in un film per Sky Art. Che cosa ha pensato quando gli hanno proposto il ruolo?
Sono rimasto davvero scioccato ma ho accettato al volo. Sarà una commedia satirica, una storia breve con uno stile alla Saturday Night Live che racconta della fuga in auto da New York (forse realmente accaduta, forse no) di Jackson, Elizabeth Taylor e Marlon Brando all’indomani dell’11 settembre. Quello che mi ha colpito della storia è la follia cui possono arrivare certe celebrità diventate delle vere e proprio icone.
 
SILVIA DI PAOLA
 

3 Febbraio 2016
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