Maurizio Guandalini
7:30 pm, 31 Gennaio 16 calendario

Schengen? Non c’è più

Di: Redazione Metronews
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Cara Angela, caro Matteo. Il vertice Merkel-Renzi è stato l’anticamera della fine di Schengen. Statene certi, anche se non l’hanno spifferato ai quattro venti, si ritornerà alle frontiere,  per manifesta capacità di fare l’Europa. O meglio: di giustificare il motivo per cui si sta insieme. Si dovrebbe stare insieme per risolvere i problemi. Per questo, lo diciamo soprattutto a Matteo,  legare la sopravvivenza  dell’Europa a Schengen è una assurdità. “Non è mica da questi particolari” che può rinascere il nuovo miracolo europeo. Lo dice  anche una parte degli europeisti più convinti. Schengen è diventata una maschera tragica. Un paravento per evitare di discutere il merito, cioè come risolvere l’esodo biblico di milioni persone dal Mediterraneo verso il Vecchio Continente.  Si prova  ristabilire le frontiere che vuol dire controlli. Le frontiere ci sono già state e non ci pare l’Europa fosse ripiegata, ottusa e chiusa su sé stessa.
In Gran Bretagna ci sono e ci sta pure la libertà di movimento. Oggi, alcuni paesi dell’Unione, hanno  deciso di ripristinare le frontiere  e, presto,  di conseguenza arriveranno anche coloro che sono più reticenti. Le altre, tante, idee che circolano per fermare il flusso dei migranti sono impraticabili,  chissà per quanto: eppoi serve quel tempo davanti che adesso non c’è. Certo, per chi dice “quanto è bella l’Europa”, non è un bel vedere, le singole nazioni, su una questione di merito, ora la più grande, far di testa loro.
Però, lo ricordava anche Panebianco sul Corriere della Sera, per diversi motivi, in primis la sicurezza, non c’è da star qui ad agitare vessilli ideologici, vuoti, che non reggono all’urto. In giro c’è disordine, imprevedibilità e improvvisazione. Le classi dirigenti politiche sono  più deboli di quelle del passato e si ritrovano tra le mani delle patate bollenti inedite da non sapere che pesci pigliare. Pensare una Europa a 28 e più stati senza frontiere è un sogno che sulla carta ti porta a dire quanto siamo bravi e quanto siamo fenomeni. Poi, però, nella vita di ogni, singola, nazione, dei popoli, delle culture, si presentano delle crisi internazionali che materialmente è impossibile demandare la soluzione a un unico calderone indefinito, l’Ue, privo di identità, di comando e quindi di regole.
Lasciamo stare l’Europa è Schengen o non è: si può dire abbiamo sbagliato, resettiamo e ripartire da capo, proprio dal connubio accoglienza-maggiori controlli. Su queste basi si può ristrutturare, rivedere e ridiscutere tutto l’impianto dell’Europa. Non soffriranno le economie dei paesi e nemmeno la circolazione delle persone.
 MAURIZIO GUANDALINI

31 Gennaio 2016
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