MAL'ARIA 2015
6:59 pm, 29 Gennaio 16 calendario

Aria irrespirabile nel 53% dei comuni italiani

Di: Redazione Metronews
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ROMA L’aria che si respira in Italia, al di là di provvedimenti tampone come le domeniche ecologiche o le targhe alterne, è sempre più pesante. Lo rivela il rapporto annuale di Legambiente, “Mal’aria 2015”, che ha analizzato l’inquinamento atmosferico e acustico di 90 città su tutto il territorio nazionale. E il primo dato che salta agli occhi è che ben 48 di queste sono fuorilegge, con il livello di Pm10 alle stelle.
La situazione è decisamente critica in Pianura Padana, mentre la maglia nera per numero di sforamenti è andata nuovamente a Frosinone Scalo: 115 sforamenti. Per questo Legambiente anche oggi, durante la presentazione del suo dossier, è tornata a caldeggiare una «strategia nazionale per la qualità dell’aria e un piano per la mobilità nuova. L’assenza di vento e pioggia per intere settimane sono alibi, che non giustificano la pessima qualità dell’aria che respiriamo»
Nella  triste classifica che anche quest’anno vede Frosinone prima tra i capoluoghi di provincia per numero di sforamenti, seguono Pavia con 114 giorni, Vicenza con 110, Milano con 101 e Torino con 99. Dei 48 capoluoghi fuori legge, il 6% (Frosinone, Pavia e Vicenza) ha superato il limite delle 35 giornate più del triplo delle volte, andando oltre i 105 giorni totali; il 33% lo ha superato di almeno due volte e il 25% ha superato il limite legale una volta e mezza. Anche a livello regionale, la situazione non è delle migliori: in Veneto il 92% delle centraline urbane monitorate ha superato il limite dei 35 giorni consentiti; in Lombardia l’84% delle centraline urbane, in Piemonte l’82% delle stazioni di città; il 75% delle centraline sia in Emilia-Romagna sia in Campania.
Non solo Pm10
Per quanto riguarda gli altri inquinanti – PM2,5, ozono troposferico, e ossidi di azoto – il bilancio è invece relativo al 2014. Per il PM2,5 i capoluoghi di provincia Monza, Milano e Cremona hanno superato il limite del valore obiettivo di 25 µg/m3 di PM2,5 (erano 11 le città nel 2013 e 15 nel 2012). Dati poco rassicuranti riguardano invece l’ozono: un terzo dei capoluoghi di provincia monitorati (28 su 86) ha superato il limite dei 25 giorni (dati 2014). Prime in classifica Genova e Rimini con 64 giorni di superamento, seguono Bologna (50), Mantova (49) e Siracusa (48). Particolarmente critica la situazione nell’area padana per le elevate concentrazioni di questo inquinante. Per gli ossidi di azoto, sempre nel 2014, sono 11 i capoluoghi di provincia sui 93 monitorati (il 12%) che hanno superato il limite normativo (La Spezia, Torino, Roma, Milano, Trieste, Palermo, Como, Bologna, Napoli, Salerno, Novara). Confrontando i dati del 2015 con quelli raccolti da Legambiente negli ultimi anni, emerge come per il Pm10 il numero di città che ha superato il limite dei 35 giorni di sforamento consentiti (48 nel 2015) sia in linea con la media del numero di città fuorilegge degli ultimi sette anni (48 di media dal 2009 ad oggi). Inoltre le città coinvolte sono quasi sempre le stesse: ben 66 infatti compaiono almeno una volta nella classifica dei capoluoghi che hanno superato i 35 giorni ammessi e di queste ben 27 (il 41%) lo ha fatto sistematicamente 7 anni su 7.
Queste cifre si traducono in rilevanti impatti sulla salute: ogni anno – dice Legambiente – l’nquinamento dell’aria causa oltre 400.000 morti premature nei paesi dell’Unione Europea. Fra questi, l’Italia ha uno dei peggiori bilanci con 59.500 decessi prematuri per il Pm2,5 – 3.300 per l’ozono e 21.600 per gli NOx (ossidi di azoto) nel solo 2012 (Dati Agenzia Europea dell’ambiente).
Secondo Legambiente, per contrastare in maniera efficace l’inquinamento atmosferico, «è indispensabile potenziare il trasporto su ferro, l’uso dei mezzi pubblici e la mobilità nuova, e rendere così le auto l’ultima delle soluzioni possibili per gli spostamenti dei cittadini». Ma l’Italia continua ad avere il record per numero di auto per abitante: il tasso di motorizzazione arriva a 62 auto ogni 100 abitanti a Roma o ai 67 di Catania, contro le 25 auto ogni 100 abitanti di Amsterdam e Parigi o le 31 di Londra. Per l’associazione ambientalista è perciò «indispensabile una strategia nazionale per la qualità» dell’aria e un piano per la mobilità in città», accompagnato da studi accurati sulle fonti di emissione, eseguiti a scala locale e urbana, per pianificare le giuste politiche di intervento. «L’emergenza smog – dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – difficilmente si potrà risolvere con interventi sporadici che di solito le amministrazioni propongono in fase d’emergenza tra targhe alterne, blocchi del traffico, mezzi pubblici gratis, come avviene attualmente in gran parte delle città italiane, e senza nessuna politica concreta e lungimirante. Per uscire dalla morsa dell’inquinamento è fondamentale che il governo assuma un ruolo guida facendo scelte e interventi coraggiosi, mettendo al centro le aree urbane e la mobilità sostenibile, impegnandosi per approvare a livello europeo, normative stringenti e vincolanti, abbandonando una volta per tutte le fonti fossili»
METRO

29 Gennaio 2016
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