Giampaolo Cerri
5:42 pm, 28 Gennaio 16 calendario

Start up, poche gocce in un mare di creatività

Di: Redazione Metronews
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Fra 300 e 5mila, c’è l’Italia. Il primo numero corrisponde ai “crediti deteriorati”, ossia i miliardi che le nostre banche hanno erogato e che in parte non vedranno più indietro, talvolta perché il beneficiario è stato “mangiato” dalla crisi, altre volte perché la concessione dei fidi è stata abbastanza allegra. Per evitare il contagio del sistema, ci vorrà una “bad bank” per la quale Matteo Renzi ha spedito a Bruxelles, a trattare, il ministro Pier Carlo Padoan.
Il secondo numero corrisponde alle start-up innovative presenti, a fine 2015, nel registro di InfoCamere, database delle Camere di commercio.
Stanno crescendo ma, oltre ai 19mila soci, occupano la miseria di 5.351 persone, neppure tre dipendenti ciascuna, e il fatturato medio non raggiunge i 120mila euro l’anno, con un’impresa su due che si attesta, a malapena, sui 25mila euro.
Quelle di dimensioni ragguardevoli, intorno al milione di dollari di fatturato e censite da Startup Europe Partnership, citata di recente da Repubblica, sono 72. In Gran Bretagna sono 399. Bella forza, si dirà, a Londra c’è una concentrazione finanziaria straordinaria. Vero ma, facendo le debite proporzioni, il Portogallo, con le sue 40 start-up milionarie, non sta meglio?
Una delle ragioni, forse la principale, è che il capitale di rischio disponibile, in Italia, è pochissimo: nel primo semestre 2015, secondo gli ultimi dati disponibili dell’Aifi, l’Associazione del private equity e dei venture capitalist, sono stati investiti in 53 start-up e seeds – “semi”, in inglese, ossia la fase di progettazione che poi potrebbe dar vita all’impresa – solo 20 milioni su 1,7 miliardi complessivi, il grosso dei quali è andato a finanziare i buy-out, ossia le acquisizioni di aziende da parte dei manager: tutta un’altra storia.
È vero, ci sono stati gli investimenti del secondo semestre e poi, soprattutto, i soldi pubblici – 100 milioni di Cassa depositi e prestiti, e 50 da Invitalia, l’agenzia del ministero dell’Economia – ma restano gocce nel mare della creatività in cerca di soci.
Cifre che, paragonate ai miliardi in sofferenza, fanno appunto pensare a quello che siamo. E a quello che avremmo potuto essere.
GIAMPOALO CERRI, giornalista
 
 
 

28 Gennaio 2016
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