Arisa porta all’Ariston il suo animo green

MUSICA È la sua sesta volta a Sanremo. Cinque come cantante e una come “valletta”. Arisa torna sul palco dell’Ariston con “Guardando il cielo”, un’intensa e spirituale ballata che dà il titolo al suo nuovo cd, in uscita il 12 febbraio. Nella serata delle cover riproporrà “Cuore”, classico di Rita Pavone.
Ancora il Festival…
Per noi artisti è un’occasione da non perdere, in pochi giorni puoi esporre al mondo la tua proposta. Ci tornerò ogni volta che avrò una canzone importante. Perché io ho il “vizio” di non cantare cose senza senso.
E qual è il senso di “Guardando il cielo”?
È una canzone “medicamentosa”, che ti fa star bene e dà speranza: una preghiera a Dio, quando guardo il cielo mi sento meglio. Ma penso anche alla nostra Terra, che dovremmo rispettare di più. Inquinamento, rifiuti e sfruttamento la stanno rovinando.
Un’Arisa ecologista?
Lo sono sempre stata, la mia famiglia ancora coltiva la terra. Io vivo in città e cerco di fare il mio: uso l’auto al minimo, giro in bici, vesto abiti usati. Faccio lunghe passeggiate e, lungo la strada, raccolgo gli oggetti non biodegradabili abbandonati.
La politica la interessa?
Per nulla. E così la pensa molta gente della mia età. Ci stiamo costruendo da soli il nostro senso civico: cibi a km.0, rapporto con la natura, riutilizzo delle cose.
E dopo Sanremo?
Incontrerò i fan negli store, in ottobre partirò per il tour. Per il resto, chissà. Mi lascio guidare dagli eventi, sono un po’ randagia. Ho tanti desideri: vivere all’estero, studiare filosofia, lavorare nella moda, disegnare cartoni animati, fare un programma tv per bambini. E ho una gran voglia di maternità, ma mi manca… la materia prima. DIEGO PERUGINI