Luigi Bignami
5:33 pm, 26 Gennaio 16 calendario

Ambiente, stop ai catastrofismi

Di: Redazione Metronews
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Eattamente 10 anni fa Al Gore, vicepresidente degli Stati Uniti al tempo di Bill Clinton, presentava al mondo il film-documentario “Una scomoda verità”, che avrebbe contribuito a fargli ottenere il Nobel per la Pace nel 2007. Un film che prospettava la  fine dell’umanità se non si fosse intervenuti subito in modo drastico. Al “punto di non ritorno” si sarebbe arrivati in meno di un decennio. Oggi che il decennio è trascorso, è giusto chiedersi cosa sia successo e se le previsioni di Gore si siano avverate. Nulla o poco è stato fatto per fronteggiare l’aumento dell’anidride carbonica, che oggi è a 400 ppm (parti per milione) nell’atmosfera, mentre 10 anni fa era inferiore alle 380 ppm. 
Dunque l’umanità non ha seguito l’appello di Al Gore. Secondo il quale i ghiacci dell’Oceano Artico si sarebbero completamente liquefatti entro il 2014. In realtà i ghiacci sono soltanto arretrati. Nel film si sosteneva che la Corrente del Golfo si sarebbe “spenta”, ossia non avrebbe più trasportato calore dai tropici alle elevate latitudini. Ma un recente studio della Nasa ha smentito categoricamente questa ipotesi. 
E si immaginava anche che sugli Stati Uniti gli uragani, dopo Katrina, sarebbero stati sempre più forti a causa del riscaldamento globale. Anche in questo caso non è stato così. Al Gore aveva previsto per gli Stati Uniti una crescita enorme dei danni causati dalle calamità legate ai cambiamenti climatici, ma secondo la Munich Re, una delle più importanti assicurazioni a livello mondiale, le perdite per i disastri naturali nel 2015 sono state  inferiori a quelle del 2014 e la media si è mantenuta stabile. 
Tra le previsioni corrette, invece, quella che la temperatura sarebbe continuata a crescere anche se non come  descritto nel film. 
Cosa dire di fronte a questo? Che forse l’eccessivo catastrofismo per il nostro futuro può essere meno efficace che lavorare sui dati reali, che comunque ci dicono di un pianeta con condizioni diverse rispetto a 20 o 30 anni fa. E questo dovrebbe bastarci per arrivare alle giuste conclusioni sul da farsi.
LUIGI BIGNAMI 
giornalista scientifico

26 Gennaio 2016
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