Schengen si salva ma la crisi continua
UNIONE EUROPEA «La sospensione di Schengen o l’esclusione di un Paese da Schengen sono due possibilità che non esistono». Lo ha chiarito la portavoce dell’esecutivo comunitario, rispondendo a chi chiedeva commenti su possibili isolamenti della Grecia dall’area di libera circolazione e il congelamento delle stesse regole. È invece in discussione la possibilità di applicare l’articolo 26 che prevede la possibilità, in caso di perdurare di crisi, di estendere i controlli alle frontiere interne fino a due anni di sei mesi in dei mesi. Che è quanto avrebbero chiesto ieri alcuni Paesi come Germania e Austria in cui i controlli temporanei alle frontiere scadranno nel prossimo mese di maggio. Secondo il ministro dell’interno spagnolo diversi Stati membri dell’Unione si sono mostrati disposti a estendere i controlli temporanei interni all’area Schengen. Per il Commissario Ue Avramopoulos però l’obiettivo della Commissione a fronte di queste richieste resta «Ripristinare Schengen». «Stiamo valutando varie ipotesi per garantire la tenuta di Schengen», ha detto il commissario alla fine della prima giornata del Consiglio informale dei ministri degli Interni, «Abbiamo discusso di come rafforzare e ulteriormente salvaguardare Schengen», ha aggiunto.
Bocciata l’ipotesi avanzata da alcuni Paesi di escludere la Grecia da Schengen in quanto punto di arrivo dei profughi accusandola di non fare adeguati controlli sui migranti. Atene ha respinto l’accusa dicendo che è l’Europa a non garantire sufficiente aiuto.
«Mettere in discussione l’idea di Schengen significa uccidere l’idea di Europa. Abbiamo lottato per decenni per abbattere i muri: pensare oggi di ricostruirli significa tradire noi stessi». Così il premier Matteo Renzi nella sua enews, «Il bisogno di sicurezza è un valore primario, irrinunciabile. Ma garantirlo con la chiusura non funziona».
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