Un processo farsa per riflettere sull’Olocausto

TORINO Tutto è sospeso in un’attesa via via più drammatica ed estrema sino all’epilogo sconvolgente ed inatteso. Così si snoderà stasera, h21, alle Fonderie Limone di Moncalieri Il Processo di Shamgorod di Elie Wiesel, scrittore ebreo, nato in Romania e sopravvissuto all’Olocausto, che oggi vive negli USA. La sua volontà di divenire, attraverso la scrittura, messaggero di umanità contro la violenza, le repressioni e il razzismo gli è valso il Premio Nobel per la pace nel 1986.
Allestito per il Giorno della Memoria, questo testo intenso verrà recitato da Ilario Crudetti, Simone Faucci, Gianluca delle Fontane, Ilaria Mariotti, Rita Pasqualoni, Romano Talevi e Mario Palmieri, quest’ultimo anche regista dello spettacolo.
Da qualche parte in un villaggio sperduto, non lontano dal fiume Dniepr, in una taverna scalcinata Berish, l’oste, Maria la serva ed Hanna la figlia di Berish sono gli unici sopravvissuti della comunità ebraica del villaggio di Shamgorod all’ultimo pogrom, devastazione che i cavalieri cosacchi compiono contro le comunità ebraiche del luogo. I superstiti sanno di essere soli ed abbandonati. Nella taverna sono giunti anche tre attori ebrei, tre purimspieler, venuti a Shamgorod a celebrare e rappresentare la festa ebraica del Purim. Non sanno dove sono arrivati, non sanno che non esiste più nessuna comunità di Shamgorod. In un succedersi farsesco e drammatico di eventi gli attori ed i sopravvissuti, su richiesta senza appello di Berish, porteranno in scena un Din Toràh, ovvero un vero e proprio processo a Dio. Ma manca un elemento fondamentale per il processo: l’avvocato difensore di Dio (Info: 011 6508332).
ANTONIO GARBISA
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