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8:40 pm, 20 Gennaio 16 calendario

Borse in picchiata un altro giorno nero

Di: Redazione Metronews
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MILANO Bagno di sangue per la Borsa Italiana che, come gli altri listini internazionali, continua a pagare la debolezza delle quotazioni del petrolio, le tensioni geopolitiche internazionali e i timori sulla crescita globale, alimentati dalle ultime stime dell’Fmi. Piazza Affari, con una raffica di titoli sospesi, è scesa in chiusura sotto quota 18 mila punti, livelli abbandonati a fine 2014. Il Ftse Mib ha chiuso in calo del 4,83% a 17.967 punti. Al tracollo contribuisce soprattutto l’andamento dei titoli bancari, bersagliati dalle vendite anche per le tensioni tra il governo italiano e la Commissione Ue che minacciano di compromettere il percorso per la formazione di una “bad bank”.
Gravi impulsi di instabilità
A rassicurare sullo stato di salute del sistema bancario nazionale è intervenuto il ministro Padoan: «È una giornata in cui si registrano turbolenze nei mercati finanziari che riflettono gravi impulsi di instabilità di natura politica ed economica provenienti dal sistema internazionale. Malgrado queste turbolenze – ha osservato – la solidità del sistema italiano, che continua a essere considerato dagli investitori uno dei posti più attraenti in cui investire, va avanti». Si è tenuto un incontro a Palazzo Chigi tra il premier Renzi, Padoan e il governatore di Bankitalia. Obiettivo: seguire le «turbolenze» del settore bancario «con sintonia e attenzione». «C’è una tempesta finanziaria – afferma il segretario Cgil, Susanna Camusso – che va contrastata con scelte politiche nette».
Mps in caduta libera vale solo 1,6 mld
Sessione da incubo per Mps, sospesa dagli scambi per gran parte della seduta, che alla fine ha lasciato sul terreno il 22,2% a 0,51 euro, dopo essersi affacciata sotto quota 0,50. Con il nuovo ribasso la capitalizzazione dell’istituto senese ha raggiunto la cifra record di 1,6 miliardi. Tanto basterebbe, in linea teorica, per rilevarne il 100%. Giornata nera anche per Banco Popolare (-10,8%), Unicredit (-7,7%), Bper (-7,3%), Ubi Banca (-6,6%) e Intesa Sp (-5,5%). «L’attacco di questi giorni – commenta Lando Maria Sileoni, segretario della Fabi – è figlio di una pericolosa strumentalizzazione».
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20 Gennaio 2016
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