MAFIA CAPITALE
10:52 pm, 19 Gennaio 16 calendario

Bagarre al processo per Mafia Capitale

Di: Redazione Metronews
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ROMA Urla, accuse e attimi di tensione. E’ sempre più incandescente il clima all’interno dell’aula bunker di Rebibbia, dove nell’udienza di martedì del processo Mafia Capitale si è svolto il controesame del capitano dei Ros Giorgio Mazzioli. A far scaldare gli animi, ancora una volta, è stato il legale di Massimo Carminati, l’avvocato Giosuè Bruno Naso, che dopo aver contestato l’impianto accusatorio della procura, “questo processo è figlio di una madre di facili costumi e non si riesce a trovare il padre”, ha incalzato ad alta voce il teste sulle origini dell’inchiesta ai danni del “Cecato”, intraprendendo un duro scontro verbale con i pm, che hanno chiesto più volte al tribunale di intervenire in difesa del testimone.
L’indagine
Nel corso della sua testimonianza, Mazzoli, aveva ricordato come l’indagine fosse nata da un’informativa del 2010 del nucleo investigativo dei Carabinieri su un presunto sodalizio criminale, legato all’eversione di destra, che avrebbe progettato alcune rapine per finanziare la ricostituzione di un gruppo terroristico. Tuttavia, una volta accertato che il gruppo, di cui oltre a Carminati avrebbe dovuto fare parte anche l’ex terrorista nero Luigi Ciavardini, non aveva natura eversiva, da quella medesima indagine, ha proseguito in aula il capitano Mazzoli, sarebbe nata quella per associazione a delinquere nei confronti di Massimo Carminati. “Su Carminati l’attività di indagine comincia nell’estate del 2011 a seguito di una informativa anonima su un’organizzazione criminale dedita in particolare al riciclaggio e all’usura”.
Lo scontro
Durante il controesame, Naso non risparmia termini aspri contro Mazzoli e lo accusa di essere “reticente” e di “non rispondere alle domande”. L’atteggiamento del legale spinge la procura ad intervenire per garantire il rispetto del testimone e dopo un duro scontro verbale tra i pm e Naso, il giudice della X sezione penale, Rosaria Ianniello, è costretta a sospendere la seduta. ”È la prima volta  – le parole del pm Giuseppe Cascini – che sento un avvocato rivolgersi in questo modo ad un testimone, un ufficiale dei carabinieri”. E dire che le premesse erano state tutt’altre: proprio ad inizio seduta, sempre Naso, aveva preso la parola per scusarsi di un insulto pronunciato, in un’udienza passata, nei confronti dell’avvocato Giulio Vasaturo, legale di parte civile per conto dell’associazione antimafia Libera. Un gesto distensivo, che ha colto di sorpresa tutti i presenti, del quale però si sono perse completamente le tracce durante la giornata.
MARCO CARTA

19 Gennaio 2016
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