MAFIA CAPITALE
10:12 pm, 18 Gennaio 16 calendario

Mafia Capitale, imputati ossessionati dalle intercettazioni

Di: Redazione Metronews
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ROMA Linee telefoniche speciali intestate a cittadini stranieri e un jammer per impedire le intercettazioni ambientali. Quella per la sicurezza è una vera e propria ossessione per il sodalizio criminale di Mafia Capitale, soprattutto dopo i controlli della Guardia di Finanza nella sede della Coop 29 giugno, nel novembre del 2013, quando Massimo Carminati suggerisce a Salvatore Buzzi di effettuare una bonifica e di dotarsi di uno strumento in grado di disturbare le frequenze delle microspie: «Ho chiamato ‘sti ragazzi… poi vengono. Intanto ti porto sto coso…un jammer».
La paura di essere ascoltati è altissima: per questo fra loro, gli uomini di Buzzi e Carminati, si servono di utenze “speciali”, spesso intestate a prestanome, come dimostrano alcune delle intercettazioni lette in aula dal capitano dei Ros Federica Carletti, chiamata a testimoniare da lunedì 18 gennaio nell’aula bunker di Rebibbia. In una di queste, sentendo il telefono di Buzzi squillare, durante una riunione, Claudio Caldarelli, anch’egli imputato nel processo Mafia Capitale, esclama: «È quello speciale», facendo ridere tutti i presenti. Secondo gli inquirenti, dall’altra parte del telefono c’è Massimo Carminati, ma lo stesso stesso Caldarelli, detenuto presso il carcere di Rebibbia, ha preso la parola per precisare per spiegare quel suo riferimento al telefono “speciale”: “Era una battuta. Intendevo quello speciale dedicato alle donne. Per questo ci siamo messi a ridere”.
Nel corso dell’udienza, inoltre, il capitano Carletti, ha ricostruito davanti ai giudici della X sezione penale la galassia delle società che ruotavano intorno a Salvatore Buzzi, il quale a fine giornata ha chiesto di parlare per fornire, precisando di essere presidente della 29 giugno dal 1985 e fornendo ulteriori chiarimenti su una delle cooperative citate: «La cooperativa Abc è riconducibile a me, non la Abc Sos, che era un’altra cosa, anche se aveva gli stessi amministratori. I Ros non hanno scoperto nulla – ha detto Buzzi concludendo le sue dichiarazioni spontanee – Era già tutto sul nostro sito e per noi è un vanto».  
In mattinata, invece, uno degli imputati, Matteo Calvio, ha protestato per la scritta “Mafia Capitale” che compare sopra i panini destinati ai detenuti che seguono il processo dalle celle dell’aula bunker: secondo il “Bojo”, quella scritta suonerebbe come un’ingiusta condanna preventiva.
MARCO CARTA

18 Gennaio 2016
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