Petrolio
7:46 pm, 18 Gennaio 16 calendario

Crolla il petrolio Rischio instabilità per il mondo

Di: Redazione Metronews
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ROMA  Una crisi più geopolitica che economica, con rischi sottovalutati soprattutto per quanto riguarda la Russia. È l’opinione di Alessandro Lanza – esperto di mercati energetici già tra l’altro Principal Administrator dell’International Energy Agency – sul crollo del prezzo del petrolio . 
Cosa sta succedendo?
Per certi versi stanno accadendo cose da manuale sulla base della legge della domanda e dell’offerta. Non cresce come il previsto la domanda addizionale, Paesi come la Cina danno segnali di raffreddamento della crescita. Per mantenere fisso il prezzo l’offerta si dovrebbe adeguare, invece sta teoricamente aumentando. 
Perché? 
Soprattutto perché i sauditi stanno conducendo una politica molto aggressive per far diminuire i prezzi, per mettere in difficoltà rivali come gli Usa e l’Iran. Per eliminare i concorrenti americani  con le nuove tipologie di produzione come lo shale gas che possono reggere solo se il prezzo del petrolio è alto. In secondo luogo c’è la questione Iran e la fine delle sanzioni. Meccanicamente un aumento dell’offerta che fa abbassare il prezzo. Per una crescita consistente dell’offerta iraniana servono però grandi investimenti. A questo punto entra in gioco l’Arabia Saudita: tenendo basso il prezzo del petrolio cerca di rendere più difficile possibile la ripresa dell’Iran, con cui sono fortissime le tensioni economiche e geopolitiche.
Ma perché il prezzo basso è un problema?
Lo è prima di tutto per i Paesi produttori, come la stessa Arabia Saudita. Degli Usa ho detto. Per il Venezuela ormai la crisi è conclamata, forse mortale. Ma secondo me il pericolo più grande e più sottovalutato è la Russia, c’è una disattenzione internazionale su questo tema in un Paese che comunque possiede migliaia di testate nucleari: se la Russia è insicura, instabile, le conseguenze possono essere incalcolabili. 
Quindi ci sono più rischi geopolitici che economici?
Novità e paradosso della crisi attuale è che di solito i nervosismi dei mercati avrebbero portato a una escalation del prezzo del petrolio, e invece accade il contrario. Ma è appunto per quanto dicevo: non è una questione meramente economica, è geopolitica. Per me la crisi è potenzialmente più pericolosa per quanto riguarda la Russia di quanto lo siano tutte le altre questioni mediorientali. 
Possibili sviluppi? 
Non credo sia interesse di nessun lasciar cadere ancora il prezzo. Credo che converrebbe a tutti un prezzo intorno ai 50 dollari. Non è che ad esempio ci siano grossi vantaggi sul prezzo della benzina. 
Infatti non scende…
Il prezzo alla pompa è fatto soprattutto di fiscalità. Il petrolio ne rappresenta solo una piccola parte, circa un terzo. Semmai bisogna guardare alla relazione fra questa parte e il petrolio, e allora si vedrà che un rapporto c’è. Ma l’accisa copre tutto, e anche l’Iva può cambiare poco con l’oscillazione del petrolio, visto che si calcola anche sull’accisa.
OSVALDO BALDACCI

18 Gennaio 2016
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