GIULIA BONGIORNO
9:12 pm, 17 Gennaio 16 calendario

Colonia, i conti proprio non tornano

Di: Redazione Metronews
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Le modalità dell’aggressione di Colonia hanno dimostrato ancora una volta che la violenza sulle donne non è solo fisica e che ha caratteristiche particolari. Molti hanno semplificato con un’espressione gravemente riduttiva: “Sono state molestate,” hanno detto. Ma è stato molto peggio! Le donne a  Colonia sono state circondate, umiliate, punite. Erano prede aggredite per dare sfogo a un istinto di sopraffazione degli uomini, erano donne libere ed emancipate – come tanti altri uomini che festeggiavano per strada San Silvestro – che sono state offese e castigate per il loro modo di vivere.
Eppure, non tutti se la sono sentiti di condannare apertamente e subito l’accaduto: è prevalsa la paura di essere ritenuti razzisti o di alimentare il razzismo. Al contrario, per me razzismo è il colpevole silenzio di chi non ha avuto il coraggio di protestare: se razzismo è l’ideologia basata sull’arbitrario presupposto della superiorità di alcuni esseri umani su altri, la volontà di tutelare a tutti i costi gli immigrati – e, in qualche caso, persino di giustificarli – si è tradotta nella scelta di considerare inferiore la dignità delle donne aggredite.
La violenza esiste eccome, purtroppo, anche nel nostro Paese , ma non è peggiore, né migliore, di quella di Colonia. È violenza e basta, e in quanto tale dev’essere condannata. Ecco perché avrei voluto nei confronti degli aggressori della notte di San Silvestro la stessa (giusta) intransigenza mostrata nei confronti degli aggressori italiani.
La riflessione imposta dai fatti di Colonia riguarda anche il futuro. È innegabile che molti di quegli uomini provengono da Paesi in cui è radicata una concezione della donna come essere inferiore cui non si concedono margini di emancipazione. Ed è innegabile che la maggior parte di loro, anche una volta stabilitisi in Europa, non intendono adeguarsi alla visione europea dei diritti delle donne che si è affermata nel tempo. Non so né se né quando, né con quali sacrifici, le donne di quei Paesi riusciranno a conquistare diritti e dignità pari agli uomini. So però che in Italia, dopo decenni di legislazione contro le donne, sono arrivate faticose conquiste di libertà e di status. Anche se il processo di emancipazione non può dirsi affatto compiuto.
Non vorrei che dopo tutte queste faticose battaglie ci venisse chiesto – con troppa leggerezza – di accogliere a braccia aperte uomini che in nome del dominio assoluto del maschio reputano impossibile ogni forma di emancipazione e libertà delle donne. Persino quella di trascorrere il Capodanno in piazza.
GIULIA BONGIORNO

17 Gennaio 2016
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