Libia
2:55 pm, 18 Dicembre 15 calendario

Firmato l’accordo per la pacificazione della Libia

Di: Redazione Metronews
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LIBIA La Libia prova a ripartire. Lo fa mettendo d’accordo le principali parti in causa, e guardando con favore all’impegno italiano per promuovere la stabilizzazione del Paese. Con la firma dell’accordo patrocinato dall’Onu in Marocco si intravede uno spiraglio nella crisi libica, una crisi in cima all’agenda del governo italiano perché così vicina alle coste nazionali: i rappresentanti dei due parlamenti rivali libici hanno firmato un accordo politico per formare un governo di unità nazionale. Un governo che dovrà mettere fine alla dualità istituzionale e al caos che regna nel Paese, fermando in primo luogo l’avanzata dei jihadisti dell’Isis nel Paese e controllando il flusso migratorio illegale. I mediatori hanno sottolineato come il tavolo del dialogo rest aperto anche per tutte quelle realtà piccole e grandi che per ora non hanno aderito.
Dopo 14 mesi di intensi negoziati e con una trattativa che andata avanti fino all’ultimo minuto, i rappresentanti del congresso dei Deputati di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale, Mohmed Chuaib, e quello del Congresso nazionale generale, il ‘parlamento ribelle’ di Tripoli, Saleh Makhzoum, hanno sottoscritto nella località marocchina di Skhirat, 30km a sud di Rabat, l’accordo di pace alla presenza dei rappresentanti della società civile e di partiti politici libici. L’Onu è finalmente riuscito a far firmare l’intesa, presenti i ministri degli Esteri di Italia, Spagna, Turchia, Qatar, Tunisia e il Paese ospitante, il Marocco. Ma tutta la comunità internazionale appoggia il nuovo governo e  attribuisce all’intesa un valore da più parti definito “storico”.
Il nuovo governo di riconciliazione libico sarà guidato da Faiz al Siraj, un deputato proveniente da Tripoli e appartenente al Parlamento di Tobruk, e composto da due vicepresidenti e altri tre membri. Tre rappresentanti di Tripolitania, Cirenaica e Fezzan -rispettivamente: Saleh Makhzoum, Fathi Bashara e Nuri Balabad- hanno firmato il documento di riconciliazione tra applausi e slogan in favore dell’unità libica lanciati da deputati e attivisti libici presenti nel palazzo dei Congressi di Skhirat. Alla cerimonia, inizialmente disertata da alcuni deputati libici che poi sono rientrati in sala, hanno preso parte circa 200 tra parlamentari, esponenti tribali e politici libici. L’intesa è stata successivamente controfirmata dall’inviato dell’Onu in Libia, Martin Kobler, riuscito in poco piu’ di un mese dall’inizio del suo incarico a sciogliere i ‘nodi’ dell’accordo.
Il governo di unitànazionale dovràpresentare un testo di una nuova Costituzione che entro un anno sarà sottoposto a referendum popolare; la tappa successiva sarà l’organizzazione delle elezioni e la formazione di un nuovo Parlamento e governo. Ma dovrà contemporaneamente disarmare le milizie, traguardo finora risultato impossibile da quando, quattro anni fa, fu defenestrato Moammar Gheddafi. 
Il premier Matteo Renzi ha parlato di una firma “molto importante per la pace in Libia: c’è ancora da lavorare, ma è un ottimo inizio”. “Non tutti i problemi saranno risolti dall’oggi al domani”, gli ha fatto eco il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, “ma è un punto di partenza importante, che dimostra che il lavoro diplomatico della comunita’ internazionale, dell’Europa e anche dell’Italia porta a risultati”. Come ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, “e’ un primo passo ma decisivo perche’ poi c’e’ una strada che segue, senza non si va da nessun parte”.    
Di fatto la strada èancora lunga e occorre molta disponibilità di tutte le parti per unificare la divisione delle istituzioni esecutive, legislative, economiche e militari del Paese. Tra le sfide che attendono il nuovo governo c’è infatti non solo la difficolta di formare un unico comando militare, ma le discrepanze esistenti in seno ai due Parlamenti rivali. I deputati libici firmatari hanno sottoscritto il documento a titolo personale senza il mandato dei rispettivi presidenti.
METRO

18 Dicembre 2015
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