Cucchi, pg Cassazione: Troppi punti oscuri

ROMA Devono essere annullate le assoluzioni accordate ai 5 medici dell’ospedale Pertini di Roma dove Stefano Cucchi morì nel 2009. Devono invece essere convalidate le assoluzioni ai tre agenti di Polizia penitenziaria. Queste le richieste che il sostituto procuratore generale della Cassazione, Nello Rossi, ha formulato ai giudici della V Sezione penale chiamati a decidere se convalidare la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Roma del 31 ottobre 2014 che aveva assolto tutti gli imputati per la morte del geometra romano di 31 anni arrestato il 15 ottobre 2009 e deceduto una settimana dopo in ospedale. Il pg Rossi ha chiesto un parziale accoglimento del ricorso della Procura di Roma, mentre ha chiesto il rigetto dei ricorsi presentati dai famigliari di Stefano Cucchi contro le assoluzioni dei tre agenti penitenziari.
Ben vengano i nuovi accertamenti
Per quanto riguarda la posizione dei tre agenti, infatti, il pg Rossi ha evidenziato che «gli accertamenti compiuti non hanno portato a trovare responsabilità». L’invito della pubblica accusa è comunque quello di non mettere «una pietra tombale sulle cause del decesso di Cucchi, persona morta in un ospedale pubblico che è stata violata nella dignità». Il pg Rossi ha quindi espresso un giudizio positivo sulla nuova inchiesta aperta dalla Procura di Roma nei confronti di alcuni carabinieri ed ha auspicato che «i nuovi accertamenti possano fare luce sui tanti punti oscuri della vicenda. Non c’è dubbio – ha concluso Nello Rossi – che le violenze a Stefano Cucchi siano avvenute mentre era a disposizione delle autorità».
Famiglia ha rinunciato al ricorso
I familiari di Cucchi hanno rinunciato al ricorso in Cassazione. La rinuncia è stata determinata dalla nuova inchiesta della Procura di Roma. La famiglia ricorreva infatti in Cassazione solo nei confronti dei tre agenti di Polizia penitenziaria, in quanto con i medici dell’ospedale Pertini c’è stata nel frattempo una transazione.
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