Maurizio Guandalini
8:18 pm, 13 Dicembre 15 calendario

I patatrac delle banche

Di: Redazione Metronews
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I risparmi di una vita andati in fumo. “Siamo sul lastrico” dicevano alcuni obbligazionisti delle banche salvate nei giorni scorsi. Possibile impegnare tutti i soldi disponibili in investimenti comunque rischiosi? Se c’è un po’ di avvertenza della “rezdora”, da massaia anziana e saggia, almeno il grosso del risparmio lo si lascia sul conto corrente e si investe quel denaro che  potrebbe andare anche perso.
Lo spirito di chi investe, in azioni ma anche in titoli di Stato, è questo: la consapevolezza, chi più chi meno, che è un terno al lotto. Se qualcuno vi  promette luce e colore, dovete diffidare, alzare i tacchi e lasciare la banca. La Banca è una azienda privata, con la sua partita Iva che, vende, soprattutto, prodotti.
È lapalissiano che utilizzi gli strumenti del marketing più subdolo e scontato.  Facciamo un esame di coscienza su noi. Andiamo al banco, di là c’è il promotore e la prima cosa che gli chiediamo è quello di fare un po’ di soldi. Possibilmente senza rischiare. Se il conquibus annuale non è granché chiediamo di più.
Dall’altra parte troviamo un consigliere che ci liscia il pelo: i prodotti vanno venduti, soprattutto quelli più ostici. E così il cerchio si chiude.  Ma dove stanno i controlli su questi sparvieri del risparmio privato? 
Oggi tutti sapevano. La speculazione politica fa il resto. Dire che è colpa del Governo è una emerita stupidaggine. Banca d’Italia, che non è del Governo ma è di “proprietà” dalle banche (a proposito di controllori e controllati) si è lasciata sfuggire un po’ di dettagli.
La Consob, che controlla le aziende quotate in Borsa, ha avvertito ma lo si leggeva solo sul loro sito. Non vi sfugge che questi patatrac sono esclusiva di banche territoriali, cioé nate e cresciute localmente. Da Banca dell’Etruria a Veneto Banca. Certo MPS ha i suoi guai ma anche MPS ha avuto un alveo localissimo (Siena), la stessa BPM con tutte le vicende giudiziarie trascorse.
Queste banche hanno nel loro Dna il cerchio chiuso delle amicizie. I fidi bancari sostanziosi, causa dei crack, dati agli amici degli amici ci dicono molto. E questo stile fiduciario, riservato a pochi si trasferisce ai prodotti offerti ai tanti risparmiatori in buona fede che si fidano della loro banca locale, dietro casa.
Se i risparmiatori sapranno dimostrare che sono stati truffati, che gli è stata detta una cosa per un’altra, facendo da subito i nomi e i cognomi, forse lo Stato potrà venir loro incontro. Ciò non toglie che un po’ di rottamazione va fatta. D’accordo il libero mercato ma qualche regolina aiuta a vivere meglio.

13 Dicembre 2015
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