Paolo Bellino
4:39 pm, 1 Dicembre 15 calendario

Identificare le Bici? È come targare le scarpe

Di: Redazione Metronews
condividi

Avremmo sicuramente potuto impegnare meglio il nostro tempo. E invece abbiamo dovuto organizzarci per rincorrere una proposta che, a essere buoni, è in totale controtendenza non solo con le politiche antitraffico dei paesi intelligenti, ma con la stessa logica. Imporre un “tariffazione” e “identificazione” (ovvero “bollo” e “targa”, non ci nascondiamo dietro un dito) alle biciclette, come ha pensato bene di proporre il senatore Pd Marco Filippi con un emendamento al ddl sul Codice della strada in discussione ora in commissione al Senato, è una vera e propria mazzata in fronte alla malferma e sempre aggredita crescente ciclabilità italiana.
Una proposta del genere, è bene dirlo, puzza di lobby anticiclabilità da lontano, non c’è bisogno di avere troppa fantasia per capirlo. E naturalmente è perfettamente isolata nel panorama internazionale: qualche anno fa la stessa Svizzera, unico paese occidentale a prevederlo, fu costretta a tornare indietro sulla decisione di targare le biciclette. Sarebbe un po’ come targare le scarpe, in fin dei conti.
Neanche vale la pena di spiegare che la bici, mezzo che sta vincendo gli annosi problemi di traffico, parcheggio, costi di gestione in tutte le città europee, non sente alcun bisogno di misure restrittive e penalizzanti, direi castranti e repellenti, come quelle proposte. Avremmo potuto impiegare meglio il nostro tempo, dicevo: e invece siamo stati costretti a montare in quattro e quattr’otto una campagna su Twitter per chiedere a Filippi di cancellare quell’emendamento, e a non provarci più.
L’hashtag #labicinonsitocca è rimasto per l’intera giornata primo tra i top tweet: a dimostrazione che il senatore ha fatto un frontale contro un muro. E a dimostrazione che nel Palazzo s’è perso il contatto con la vita reale. La nostra richiesta è semplice e ci aspettiamo che venga rispettata, per non penalizzare ulteriormente – già ci pensano le barbare abitudini da velocisti degli automobilisti italiani – un mezzo che si è già dimostrato la chiave vincente del trasporto personale urbano a impatto zero.
Con quale faccia tosta, poi, un partito di governo vada a Parigi a discutere di come salvare il clima e poi consenta, senza fiatare, uscite bislacche e pericolose come quella di Marco Filippi, resta incomprensibile.
 
PAOLO BELLINO
@rotafixa
portavoce di Sic Roma

1 Dicembre 2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA