Doping, dopo la Russia lo scandalo s’allarga
DOPING In principio fu la Russia. Ma Mosca non è l’unica ad essere finita nel mirino della Wada, l’agenzie mondiale antidoping. Lo ha reso noto il Consiglio riunito a Colorado Springs. Oltre all’agenzia antidoping di Mosca sono infatti finite sotto accuse le agenzie di altri cinque Paesi. E cioè Argentina, Ucraina, Bolivia, Andorra e Israele, dichiarate tutte, appunto, «non conformi». Nel frattempo, gli ispettori della Iaaf che hanno cominciato a monitorare il lavoro della Russia in materia di lotta al doping non termineranno il loro lavoro prima della fine di marzo 2016. Ciò significa, ha ribadito ieri la federazione mondiale di atletica, che la nazionale russa non potrà prendere parte ai Mondiali indoor in programma a Eugene, negli Usa, dal 17 al 20 marzo del prossimo anno. La Russia deplora la decisione dell’Agenzia mondiale anti-doping di dichiarare non conforme l’Agenzia anti-doping russa ma accetta quanto avvenuto e comincerà subito ad occuparsi della soluzione dei problemi individuati: lo ha detto il ministro dello Sport russo Vitaly Mutko, annunciando incontri con la Wada per tracciare una road map.
METRO
© RIPRODUZIONE RISERVATA