Sanità/Lazio
6:29 pm, 10 Novembre 15 calendario

Salute mentale del Lazio No a 127 licenziamenti

Di: Redazione Metronews
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REGIONE. Per certi versi c’era da aspettarselo: i tagli alla Sanità previsti dalla Legge di Stabilità stanno provocando reazioni in chi ha bisogno di cure e, nella stessa misura, in chi le eroga. Lo slogan sbandierato è quello del diritto alla salute che verrebbe leso dalla stretta ai finanziamenti: un argomento che ovviamente fa presa su tutti i cittadini italiani ma trascura la necessità, ora divenuta improrogabile, di “efficientare” le nostre strutture sanitarie.
Con questo termine vagamente nerd: “efficientamento”, il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, così come il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, hanno recentemente tentato di tranquillizzare gli animi ribadendo, tra l’altro, che non è previsto alcun taglio lineare. Ma i problemi, come sempre, si nascondono nei dettagli ed è bene che nascosti non vi restino.
A partire dal 2010, i dodici Dipartimenti di Salute Mentale della Regione Lazio e le due Unità Operative Complesse Universitarie di Psichiatria di Roma hanno assunto a tempo determinato 127 operatori (51 psichiatri, 15 psicologi, 17 infermieri, 18 assistenti sociali, 14 tecnici della riabilitazione e 12 educatori professionali). Il valore di questa “squadra” si è dimostrato inestimabile: da 5 anni, essi rappresentano la colonna portante dei servizi distribuiti nei diversi territori dedicati alla salute mentale. Voluti dalla Legge Basaglia (180/78), essi costituivano, e tutt’ora sono, la soluzione civile e scientifica ai manicomi, luoghi in cui “i malati di mente” rimanevano rinchiusi a vita senza alcuna speranza di reintegrazione sociale.
Quella Legge rappresentò un grande atto di progresso che però, oggi, rischia di tornare ad esistere solo sulla carta. Stando a quanto comunicatoci dai rappresentanti del “Coordinamento Regionale Precari Salute Mentale DGR 980/09”, La Regione Lazio sostiene, infatti, di non poter più stanziare i fondi destinati ai precari assunti con la DGR 980/09 (per tamponare il blocco del turn-over che implicava un’insostenibile carenza di personale). Si tratta peraltro di un settore della Sanità, quello dei servizi territoriali per la salute mentale, dove il termine “efficientamento” è già stato adottato da anni, poiché ha sempre operato con scarsità di mezzi e personale. Tutto ciò, inoltre, a fronte di un’insospettabile quantità di pazienti e senza considerare la delicata e precipua relazione che si instaura tra medico e sofferente: cancellare un solo nome dall’organigramma significa bruciare irrimediabilmente e in un batter d’occhio anni di lavoro e di fiducia (sic!) su (e di) molti malati.
Per tali ragioni, la Aresam Onlus (Associazione Regionale per la salute mentale), con il sostegno di Psichiatria Democratica, Cittadinanzattiva, Coordinamento Regionale Precari Salute Mentale DGR 980/09, Fondazione Luigi Di Liegro, Oltre Le Barriere, Attivamente, Habita, 180 Amici e Cooperazione Sociale, ha promosso una manifestazione davanti alla Regione Lazio (via C. Colombo) per il 18 Novembre alle ore 10. Vogliono essere ascoltati dal Presidente Zingaretti, commissario ad acta della Sanità, in merito all’imminente licenziamento di 125 operatori e alla necessità di garantire i fondi indispensabili alla prosecuzione dell’attività. In gioco, c’è la mera sopravvivenza dei Servizi per la Salute Mentale.
D’altro canto, solo un mese fa, proprio il Presidente della Regione Lazio, a margine della presentazione dei nuovi treni ‘Jazz’ sulla linea  Leonardo Express, ha dichiarato: «Tra qualche giorno inizieremo le aperture dei nuovi pronto soccorso a Roma e continueremo con l’inaugurazione di interventi e nuovi reparti in giro per il Lazio. Noi siamo dentro una fase di superamento della stagione commissariale – ha aggiunto – basti pensare che abbiamo triplicato le deroghe alle assunzioni e, per quanto riguarda il Giubileo, abbiamo avviato assunzioni per alcune centinaia di nuovi operatori a tempo determinato». 
Ma per ora, in un orizzonte forse nemmeno troppo lontano, sembra quasi di scorgere nuovamente lo spettro di incivili luoghi di sofferenza, come lo erano i manicomi.        
FABIO GALETTI

10 Novembre 2015
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