Clima
7:28 pm, 9 Novembre 15 calendario

Nuovo record dei gas serra allarme surriscaldamento

Di: Redazione Metronews
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SVIZZERA La quantità di gas serra nell’atmosfera ha segnato un nuovo record nel 2014, in una tendenza che rende il pianeta sempre più a rischio per il riscaldamento globale. Lo ha reso noto l’Organizzazione meteorologica mondiale, agenzia specializzata delle Nazioni unite, a poche settimane dalla Conferenza Onu sul clima di Parigi. La concentrazione di CO2 è stata in media di 397,7 parti per milione lo scorso anno, ma a inizio anno ha superato la soglia dei 400 nell’emisfero settentrionale. E poi l’ha di nuovo superata globalmente nel 2015. «Ogni anno diciamo che il tempo si sta esaurendo – ha messo in guardia Michel Jarraud, segretario generale Omm – dobbiamo agire ora per ridurre le emissioni di gas serra, se vogliamo avere la possibilità di mantenere l’aumento delle temperature a livelli gestibili».
Eventi sempre più estremi
Altrimenti il pianeta rischia lo sbando: «Significa temperature globali più alte, eventi meteorologici più estremi come ondate di caldo e allagamenti – ha elencato Jarraud – e ancora: scioglimento dei ghiacci, livelli del mare che si alzano e aumentata acidità degli oceani. Stiamo procedendo verso un territorio inesplorato a una velocità spaventosa». L’aumento dei livelli di CO2, secondo gli esperti, è amplificato dalle alte quantità di vapore acqueo (a sua volta in salita per le emissioni di CO2). In crescita nel 2014 anche i livelli di altri due gas serra causati dalle attività umane: metano e ossido di diazoto. Hanno raggiunto rispettivamente 1.833 parti per miliardo e 327,1, il tasso di crescita più alto da un decennio. Secondo gli scienziati Onu, le concentrazioni di anidride carbonica, metano e ossido di diazoto hanno raggiunto il massimo in un periodo di 800 mila anni. Il bollettino Omm evidenzia che tra il 1990 e il 2014 c’è stato un aumento del 36% dell’effetto del riscaldamento sul clima a causa di gas serra longevi (come anidride carbonica, metano e protossido di azoto) prodotti da attività industriali, agricole e domestiche.
COP21 a Parigi sarà l’ultima spiaggia
Mentre a Parigi è in corso la riunione preparatoria al summit COP21 dell’Onu sul clima, che si aprirà il 30 novembre, arrivano due nuovi studi allarmanti. Il primo dei ricercatori statunitensi, secondo il quale a causa del riscaldamento climatico grandi città come Shanghai Mumbai e Hong Kong, sono destinate a scomparire sott’acqua. Se il surriscaldamento globale continua con il trend attuale di 4 gradi centigradi, l’aumento del livello del mare si “mangerà” porzioni di territorio in cui vivono 600 milioni di persone. Anche se il vertice di Parigi riuscisse a limitare a 2 gradi l’aumento della temperatura, circa 280 milioni di persone sarebbero comunque a rischio. Il secondo studio, della Banca Mondiale, spiega che ci potrebbero essere oltre 100 milioni di persone povere in più entro il 2030 se non si ferma il cambiamento climatico.
“Governo coinvolga la società civile”
«Il governo coinvolga la società civile in vista della Conferenza di Parigi». Lo chiedono le 130 organizzazioni ambientaliste e del sociale aderenti alla “Coalizione Clima”, che stanno preparando una marcia di sensibilizzazione per il 29 novembre «affinché le politiche ambientali siano condivise e partecipate». «Bisogna dare la parola ai cittadini – dice Filippo Miraglia, vice presidente Arci – perché i governi hanno sempre fatto scelte a favore delle multinazionali». «COP21 parla del futuro del mondo – spiega Susanna Camusso, segretario della Cgil – per questo non si può immaginare che sia una tribuna riservata a pochi e che gli accordi servano solo i grandi poteri».
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9 Novembre 2015
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