MAFIA CAPITALE
8:39 pm, 5 Novembre 15 calendario

Mafia Capitale alla sbarra iniziato il maxi processo

Di: Redazione Metronews
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ROMA Ben 46 imputati, 136 udienze già programmate e un esercito di avvocati, testimoni e parti civili, pronti ad invadere l’aula bunker di Rebibbia fino a luglio. Ad 11 mesi dalla prima ondata di arresti, si è aperta ieri la prima udienza del maxi processo “Mafia Capitale”, in cui viene chiamata a giudizio l’organizzazione criminale “Mondo di mezzo”, capitanata dall’ex Nar Massimo Carminati e dal ras delle coop sociali Salvatore Buzzi, che, secondo l’accusa, avrebbe condizionato la gestione degli appalti attraverso una fitta rete corruttiva composta da imprenditori, funzionari comunali  e politici, dando vita ad un vero e proprio cartello sulla gestione dei migranti, del verde e dei campi nomadi nella città di Roma.
Nomi eccellenti
Con Buzzi e Carminati, videocollegati dalle rispettive carceri, come tutti gli altri imputati agli arresti circondariali, nell’aula Occorsio del Tribunale di Roma, piena all’inverosimile, hanno sfilato alcuni dei nomi eccellenti del procedimento tra cui gli ex consiglieri comunali Giordano Tredicine e Pierpaolo Pedetti, il costruttore Daniele Pulcini e Luca Odevaine, agli arresti domiciliari da pochi giorni e «pronto a collaborare». I giudici della X Sezione penale, presieduta da Rosanna Ianniello, hanno rigettato le istanze di nullità presentate da alcuni dei difensori, relative all’assenza in aula di Buzzi, Franco Testa e Riccardo Brugia, i quali potranno seguire le udienze in videoconferenza.
Centinaia di parti civili
Oltre al Campidoglio e alla Regione Lazio, sono circa 150 i soggetti che hanno richiesto di costituirsi parte civile: dalle associazioni antimafia come Libera e DaSud, ai singoli cittadini, come l’ex consigliere radicale Riccardo Magi e la deputata M5S Roberta Lombardi, fino ai 37 rom di Castel Romano, uno dei campi nomadi al centro dell’inchiesta giudiziaria. Aspettando che il processo entri nel vivo, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio anche per l’ex sindaco Gianni Alemanno nell’ambito di una delle tranche dell’inchiesta. Sull’istanza si pronuncerà l’11 dicembre il gup Nicola Di Grazia. All’ex sindaco viene contestato il concorso in corruzione e in finanziamento illecito. Attraverso la sua fondazione Nuova Italia avrebbe ricevuto 125 mila euro, da Buzzi e Carminati.
Odevaine: “Sono pronto a collaborare”
Pronto a riconoscere i suoi errori, ma non a parlare di mafia. «Quella è un’altra cosa». Luca Odevaine, il “facilitatore”, che dal tavolo d’accoglienza dei rifugiati, secondo l’accusa, avrebbe favorito l’organizzazione criminale del “Mondo di Mezzo”, siede in aula fra i suoi avvocati. «Ho scelto di collaborare – si confida durante una pausa dell’udienza – riconosco i miei errori e sono pronto a pagare. Ho scoperto di far parte di un mondo che non conoscevo. Sono entrato involontariamente a far parte di un sistema che si fondava sulla corruzione, accettando compromessi. Ma la mafia è un’altra cosa».
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Lo Stato non paga le coop
L’ex vice capo di gabinetto del sindaco Walter Veltroni, messo a capo della polizia provinciale di Roma da Nicola Zingaretti, dopo 11 mesi di carcere da qualche giorno è agli arresti domiciliari. «In questo processo manca un imputato importante, lo Stato spesso insolvente verso i suoi creditori, come le coop e spero che questo processo apra una finestra anche su questo. Il danno più grave che ha fatto Salvatore Buzzi è quello dire che con gli immigrati si guadagna più che con la droga. Fino a qualche anno fa era vero, ma ora non più, e le gare vanno deserte».
“La mafia avrebbe mirato alla Metro C”
«Un processetto con una regia ben precisa». L’avvocato Giosuè Bruno Naso, che difende Carminati, Brugia e Testa, sceglie una strategia aggressiva, che lo porta a definire Brugia, «più che il braccio destro, l’occhio destro di Carminati» (soprannominato il “cecato”). Naso punta il dito contro l’enfasi mediatica, con l’obiettivo di mettere in discussione l’impianto mafioso. «Non siamo di fronte a fatti mafiosi, ma ad illeciti, a cui forse Carminati potrebbe aver preso parte. Ma è possibile che un’associazione di stampo mafioso che si vede passare sotto il naso i soldi della Metro C, non faccia niente per inserirsi negli appalti? Lì sono girati i soldi veri».
MARCO CARTA

5 Novembre 2015
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