Maurizio Baruffaldi
3:00 pm, 3 Novembre 15 calendario

Tavecchio, specchio dell’Italia

Di: Redazione Metronews
condividi

Ha una grande colpa, a mio parere, il presidente della FIGC Carlo Tavecchio: non ha nessuna idea di cosa si muova nel mondo. Lui conosce solo, e perfettamente, la strettissima cerchia che gestisce i ruoli di potere. Quel meccanismo come lui vecchio, che non si evolve, ma continua a funzionare. Bonario all’apparire, spietato dietro le quinte. Quello che siamo costretti a chiamare presidente per colpa di silenziosi e “illustri” elettori, non è però un mostro mezzo nazista: uomini come Tavecchio è pieno il nostro paese, e non fanno più danni dei paladini ad ogni costo. Quanti della sua generazione la pensano uguale sugli omosessuali? Tanti, tantissimi, è certo. Soprattutto se c’è un furbetto che li imbocca, costruendo una forzata (nel caso del giornalista un tantino infame) confidenza maschile.
L’uomo ha spavento della parola omosessuale. “Io non ho nulla contro, però teneteli lontani da me”. Come se uno, solo perché finocchio, cercasse automaticamente un rapporto sessuale con lui. Francamente c’è una presunzione allucinata. Che merita compassione. Si chiama pomposamente “paura dell’ignoto”. Chiude dicendo: “Io sono normalissimo”. Beato lui. Io resto dell’idea cantata da Lucio Dalla: “Ma l’impresa eccezionale/ dammi retta/ è essere normale”. Quando dice di tenere a bada gli ebrei, in quanto portatori di denaro, non è una questione di ebrei, perché lui tiene a bada chiunque sia nel suo territorio: è diffidenza naturale, allenamento ai giochi di comando. Non c’è nessun antisemitismo, ma uno sputare di rancidi luoghi comuni. È soprattutto di quelli, che ne abbiamo pieni i maroni.
MAURIZIO BARUFFALDI
giornalista

3 Novembre 2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo