TONY SACCUCCI
4:59 pm, 29 Ottobre 15 calendario

Cari sindacati scuola dividetevi e partite

Di: Redazione Metronews
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OPINIONE. Ci risiamo. Pensavo fosse finita questa ridicola abitudine tutta italiana di litigarsi la data migliore per lo sciopero. Questa pessima prassi di proclamare, di differire, di annullare. Pensavo che dopo il successo senza precedenti del 5 maggio scorso, quando le sigle sindacali unite hanno portato in piazza centinaia di migliaia di persone (con un’adesione dell’80% dei docenti), si fosse consumato il vero salto: mai più scioperi a macchia di leopardo. Mai più scioperi solitari. Mai più scioperi per contarsi, autoreferenziali. Per vedere quale sigla è più potente. Lo sciopero funziona se tutti, e scrivo proprio “tutti”, i sindacati esprimono un unico giorno per combattere e raggiungere un obiettivo. Un giorno che dovrebbe essere reiterato, come insegna la tradizione francese. Invece, con stupore che sfiora l’imbarazzo, siamo ancora costretti ad assistere al balletto delle date. Tutti ci saremmo aspettati un autunno bollente. Siamo sul tiepido.
Si è iniziato il 23 ottobre, con uno sciopero che non si è capito bene se c’era ancora o era stato spostato. Ora è annunciato lo sciopero per il 13 novembre, con tante sigle sindacali. Con tante motivazioni. Ma a questo non aderiscono i confederali, che posticipano la protesta, culminante in un eventuale sciopero collettivo di tutto il pubblico impiego per il 28 novembre. E c’è chi, tra quegli altri sindacati, fa notare che così si indebolisce la battaglia specifica della scuola.
Il risultato di questo autolesionistico modo di procedere sarà una bassa adesione, un’ulteriore occasione persa per far capire all’opinione pubblica il disagio del mondo scolastico aldilà delle belle parole dei post del premier. E anche chi è abituato a lottare si vedrà costretto a fare una scelta, ché ogni sciopero costa caro. In termini di denaro e di investimento emotivo e di tempo.
È bene che tutti gli iscritti ai sindacati comincino a riflettere seriamente su questa questione nevralgica che riguarda la vita di centinaia di migliaia di lavoratori della conoscenza. Lo sciopero non è una tantum, non è un mezzo per misurare la propria esistenza: è uno strumento per cambiare le cose. E allora, o si sceglie una data unica o è inutile scioperare.
TONY SACCUCCI, insegnante e scrittore
 

29 Ottobre 2015
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