Sulle dimissioni si tratta a oltranza
ROMA La telenovela Capitale ha segnato in serata una svolta inattesa: un faccia a faccia riservato nell’abitazione del vicesindaco Marco Causi tra il sindaco dimissionario Ignazio Marino, l’assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi, quello alla legalità Alfonso Sabella, il capo di Gabinetto Roberto Tricarico da una parte, e il presidente Dem (e commissario del Pd romano) Matteo Orfini e l’assessore ai trasporti Stefano Esposito dall’altra.
Un estremo tentativo di dialogo per ricomporre la frattura tra il primo cittadino e il suo partito, e per evitare l’ipotesi di una eventuale sfiducia in aula che costringerebbe i consiglieri Pd a un’imbarazzante addio al loro sindaco. Un’azione che buona parte dell’elettorato Dem non accetterebbe. L’incontro riservato è terminato poco prima delle 22. «È andato benissimo, sto riflettendo» ha dichiarato Marino uscendo dall’abitazione di Causi, il quale ha aggiunto: «Non c’è ancora una soluzione ma è stato riaperto il dialogo e toni sono stati cordiali».
Persone vicine al sindaco raccontano che Marino vorrebbe un riconoscimento ufficiale della bontà sul lavoro svolto in questi due anni e mezzo, e soprattutto una linea diretta col premier Renzi. Anche ieri tutta la giornata è stata scandita sull’incognita delle dimissioni di Marino, con la fedelissima Cattoi che ieri ha spiegato: «Non escludo che il sindaco ritiri le dimissioni per un’esigenza di chiarezza portando la discussione in Assemblea capitolina.
Nel frattempo la Giunta di questi ultimi giorni (il mandato di Marino scadrebbe il 2 novembre) sembra aver innestato il turbo: ieri ha approvato una ventina di provvedimenti.
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