Maurizio Guandalini
5:30 pm, 27 Ottobre 15 calendario

Una spending review per Comuni e Regioni

Di: Redazione Metronews
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L’OPINIONE Sanremo, 130 dipendenti del  Comune che, invece di recarsi al lavoro, facevano gli affari loro. La città dei fiori, nel corso degli anni,  non si è bloccata. Malgrado tutto ha continuato funzionare. Vuol dire che quei centotrenta  dipendenti, erano, sono, in più. E che potrebbero benissimo essere lasciati a casa dal lavoro. Sai il  risparmio per le casse del municipio! Nella discussione debordante sui tagli alla spesa, sulla mancata spending review, sulle mani di forbice, feroci, che servono, sento assordanti banalità. Al Governo la gente chiede tagli alla spesa, mentre comuni e regioni vogliono più soldi. La regolata se la devono dare comuni e regioni (asl, enti pubblici vari) ormai diventate strutture obese, pachidermiche che si autoalimentano di denaro (e di personale) per reggere alla loro opulenza.  Guardo le sedi delle regioni, Lombardia o Piemonte (è in costruzione),  ma ovunque è così, e mi chiedo il motivo di avere grattacieli che quando entri pare di stare al Rockefeller Center di New York. E se il problema della spesa fossero proprio i vari sindaci e presidenti di regione, i tanti amministratori che non sono capaci di fare il loro lavoro? Ce lo chiediamo  osservando quello che avviene intorno a noi e probabilmente siamo già in ritardo perché si tratta di passare la staffetta, dei tagli, a un elefante dentro una cristalleria.
Togli un mattoncino, crolla la struttura. Le mani legate.  Ricordate il taglio delle Province? A casa mia se individuo uno spreco, le provincie, chiudo baracca e burattini, cioè gli uffici. Quindi licenzio i dipendenti. Non è avvenuto: di fronte allo tsunami qualunquistico dell’antipolitica sono stati mandati a casa quattro consiglieri provinciali e due assessori. Un boomerang:  perché oggi le province erogano servizi privi di coordinamento e responsabilità decisionali della politica. Sta già iniziando la stessa discussione per le regioni: si vogliono accorpare per scendere a otto. Per far che?
La discussione sui costi standard della sanità segue il medesimo copione. Si è fatto di tutto per trasferire i compiti della sanità alle regioni, ci sono stipendi, bonus produttività (molti assenteisti del comune di Sanremo lo avevano appena intascato) dei vari dirigenti, sottodirigenti, spropositati: che vogliamo fare? Perché questi tipini giacca e cravatta non fanno il  lavoro per cui sono pagati, invece di fare i supporter delle politiche sanitarie delle varie regioni? Per strutture oversize sarebbero da mandare  a casa migliaia di persone: questa è la vera spending.  Chi ha il coraggio, in tempi di crisi economica,  di aprire conflitti sociali di tale portata?
MAURIZIO GUANDALINI
Economista e giornalista – Fondazione Istud

27 Ottobre 2015
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