La legge del mercato
7:15 pm, 26 Ottobre 15 calendario

Lindon, se il lavoro diventa una lotta tra poveri

Di: Redazione Metronews
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CINEMA Lavorare nella stessa azienda per 25 anni e perdere il lavoro, non per demerito, ma in nome delle leggi di mercato. Succede a un operaio che ha 50 anni e un figlio disabile a carico. Ma lui non si dà per vinto, fa inutili stage, si sottopone a umilianti colloqui via Skype, si arrampica sugli specchi dei prestiti impossibili, finché non trova lavoro come sorvegliante in un ipermercato ma, messo davanti alla sua legge morale, non cederà. Lui ha la faccia di un Vincent Lindon, protagonista de “La legge del mercato” (dal 29 nei cinema) di Stephane Brizé, premiato al Festival di Cannes per la sua interpretazione fatta di occhiate, alzate di spalle, respiri e non solo di parole.
Quanti oggi si trovano nelle condizioni dell’operaio che interpreta?
Un esercito e per i più anziani è ovviamente peggio. Sembra che nessuno abbia voglia di trattarti dignitosamente nel deserto morale nel quale  viviamo.
Come reagisce quest’uomo come tanti?
Come voleva il regista, come un pugile alle corde. Prova a resistere, come molti lavoratori oggi. Combatte ma, a un certo  momento, lavorare diventa un dilemma morale. O io  denuncio chi sta peggio di me in una guerra tra poveri, o vado via. A questo ormai ci costringe il mercato.
È un film politico?
No o non volutamente. È un realistico racconto della società di oggi in cui a un poveraccio a 50 anni spetta un calvario solo per trovare un lavoro.
Che impatto pensa possa avere sullo spettatore?
Spero faccia pensare che può e deve esistere ancora una dignità di classe, che esiste ancora una classe operaia, che una resistenza deve esserci ancora, cosa che la sinistra per prima ormai ha dimenticato.  SILVIA DI PAOLA

26 Ottobre 2015
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