Vaccini
4:24 pm, 20 Ottobre 15 calendario

Vaccinarsi? È un dovere in tutto il mondo

Di: Redazione Metronews
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ROMA. «Continuare a diffondere la cultura del vaccino come grandiosa arma di prevenzione». Questo abbiamo l’obbligo di fare nel mondo occidentale e in quello in via di sviluppo secondo Githinji Gitahi. Kenyota, «medico e manger insieme», come lui stesso ci sottolinea, Gitahi è il neo amministratore delegato di Amref Health Africa, la più grande organizzazione sanitaria no profit presente in Africa. Metro lo ha incontrato a Roma e con lui ha parlato di vaccini e di migranti… 
La copertura vaccinale in  in Italia è al limite della soglia di sicurezza…
Questa tendenza esiste in tutto il mondo: determinante è stata una certa parte della letteratura scientifica che ha messo in evidenza gli effetti collaterali delle vaccinazioni. Secondo, è sempre più diffusa la convinzione che certe malattie siano ormai contraibili solo in contesti di scarsa igiene: la gente tende a fidarsi di questo benessere generalizzato, senza pensare che non vaccinandoci potremmo avere delle ricadute. 
Quindi?
Sulle vaccinazioni bisogna insistere, insistere e insistere.
Quali le urgenze in Africa?
Oggi, in molti Paesi le vaccinazioni sono ben accette. Quelle base sono gratuite per i bambini nel 90% dei Paesi africani, i cui governi portano avanti un importante programma di eradicazione di  malattie come tetano, tubercolosi e difterite. Tuttavia, mancano i vaccini per molte altre malattie gravi, come la meningite o la polmonite. Due soli Paesi le hanno incluse nel programma di immunizzazione. Quindi c’è ancora un bisogno enorme di vaccini. Siamo al 75% di copertura di media. In Paesi come il Ciad  o il Sud Sudan i numeri sono ben diversi. La Nigeria è l’unico Paese dove la poliomelite è ancora endemica…
Perché ci sono ancora 30 milioni di bambini non immunizzati nel mondo?
La diffusione  e la penetrazione dei vaccini ha molto a che fare con la stabilità e la pace. Se non c’è stabilità non si possono garantire le forniture mediche necessarie. C’è inoltre un bisogno continuo di educare i genitori alla cultura vaccinale. Altro problema, l’accesso alle cure mediche. Non tutti le hanno garantite.
Parliamo di migranti: molte persone arrivano nel nostro Paese da Paesi in cui scarseggia la copertura vaccinale, questo è un rischio per la nostra comunità?
I migranti non portano malattie.  Chi affronta viaggi come quelli è normalmente un soggetto sano. Qualora vi fosse qualcuno infetto, sarebbe comunque facile isolare subito la malattia. Il vero  rischio sono le condizioni in cui sono costretti a vivere quando arrivano in Europa o in Italia. 
La prima cosa che l’Europa dovrebbe fare per l’immigrazione?
I governi Ue devono garantire a coloro che sono arrivati l’accesso alle cure sanitarie.
SERENA BOURNENS

20 Ottobre 2015
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