Bellucci attrice e madre sofferente

FESTIVAL  La vedrete truccatissima e glamour all’inizio e poi, alla fine, senza trucco, in jeans e in lacrime .Così è Monica Bellucci in “Ville-Marie” di Guy Edoin, presentato ieri al Festival.  Storia di una madre e attrice che tenta di ricostruire il rapporto con il figlio.
Quale delle due versioni di donna le somiglia di più?
Nessuna delle due, ma di una cosa sono certa: voglio essere per le mie figlie non l’’attrice, ma la madre, cioè ciò che non riesco ad essere nel film. E non mi importa che loro guardino i mie film.
Sin dove accetterebbe di trasformarsi per un ruolo?
Quanto necessario. La bellezza è una cosa che ci è stato dato, non è qualcosa di cui essere fieri. E perdere la bellezza della gioventù spero che per me significhi acquistare un altro tipo di bellezza, che poi posso mettere nei ruoli e nella vita. Solo il corpo invecchia, non l’anima.
Nel film canta, le è piaciuto?
Non sono una cantante come si capisce facilmente, ma nel film mi sentirete cantare perché è l’unico modo in cui riesco a comunicare con mio figlio. 
Dopo aver recitato tanto dolore, che ruolo vorrebbe interpretare?
Mi piacerebbe una commedia, magari l’anno prossimo.
SILVIA DI PAOLA